Volontà - anno IV - n.7 - 15 gennaio 1950

Parigi. Nou si è ristretto il mondo per 11oi; si è allargato 1>aurosan1e11- te. Le nostre guerre fatte 1>e1· arri\'a• re -a Berliuo o ,a Pari~-i. si trovano sperdute nella strategia delle trincee af r"icane e al polo nord; le nostre c1ues1ioni nazionali sono ridotlc ai ((casus belli>) balcanici; il nostro pe11sicro, ridotto ad aha scuola di critica saloUcria e accademica, è spa,·C'.ntato dalle teorie <li Einstein, che 11011 riesce ad inquadrare; Da– chau, Hiroscima, Norimberga, ci hunno bu1tato addosso montagne cli C'aclavcri di ('lii Hcgcl, . 1 ielzschc, Kant sono i diretti responsabili. II trionfo borghese. Chì trionfa è lo s1>irito borghese, so<ldisfauo finalmente nel suo biso· gno di conformismo morale, di ,sen– sazioni psicologiche: di frenesia di brnro per il la\"Oro. Chi ha reagito alle sue volgarità intellettuali, si è lanciato in raffinatezze cerebrali; chi lrn voluto reagire al suo conformi– smo. ha esaspel'ato il distacco indi.\•Ì· tlualistico; chi lia negato la sua con– cezione individualistica dell'essere hasalo sull'avel'e, si è dato al t-otali– t:l!'ismo; chi ha cl'eato sc.·11111,0 dalla 11oia 'in1er11a delle domeniche senza lavoro. dalla teoria della sanlihca– zione del lavoro, per sfuggire al vuO– to intimo, si è butl.alo alle sensazio– ni violente della (e morale della fo,·– za >l e ai volontarismi. E sono lutti rimasti borghesi. Klaus. Mann esprime il dubbio che c;i poniamo come bizanlini sottili di fronte alla sem1>lici1à di nuo,·i bar– bari. Quali? La Coca Cola 11011 è sanA'ue e il Pic·colo Padre è un per– fezionamento meccanico dei· nostl'i 396 borgltesi3Simi Hitle1· e MUssolini, il mondo giallo schiaccia in sè la sua civilt:, con i rifiuti meccanicisti del– la nostrn. Uua \'Oh:, la discesa dei barbari significò veramente a\'veuto di genti nuove; oggi è il i-itorno del– la decl'Cjlilezz:i co1111>lcta. La fuga. Da ciò il dcside1·io della fuga: del– la fede. Se c"è una dimostrazione !)~fonda del fatto che la crisi è og– gi, alla base, essenzialmente psico– log'ica, essa si l"rova in questo gene– rale e affannoso cerca1·e una fede, sia essa umana, sia essa religiosa, sia es– s:, magari r·idicola e repellente. Non c'è bisogno di cercare jntellettuali 1>el'questo: il mio collega <li ufficio mi dice: In fondo chi crede che l'A– ga Khan sia un dio e Rita una dea 1 è felice e non ha problemi. Uinun• ciare cioè ;_1 se slessi, e nemmeno per un atto di <ledizionc, il che è dei \'Ì• ,·i. nrn come una liberazione da se sté.ssi, che C dei disperali. Klau~ Mann si sofferma a pensare che for– se è ,·ero 'il mouito di A. Huxlev - solt:11110se ci accentriamo sull'~– tcrno 1>ossia1110 impedire che quesla epoc:i trasformi tutto ciò che noi fa('– ciamo in un'assunlit:", demoniaca - e ne dedure u11a tendenza al misti– c·ismo rcligio~o, c·he sarebbe pro.nito dal ritorno alla chiesa di molti f)Cn– satori. Quando e1>o in Libia e contempla– "° un ciclo stellato che nien1e '\leli– mit:wa. mi senlivo a lrrtlti travolto in una s1>ceie di nrtufragio leo1}ar– dia110. Non era misticismo, annulla– mento nirvanico e nemmeno pensie– ro: tinche la sensazione dell'infinita– mente piccol,o non mi schiaccia\'a

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