Volontà - anno IV - n.6 - 15 dicembre 1949

sviluppo del suo pensiero come le migliori palpitazioni del suo grande cuore. La vita di Reclus ne sorge com– pleta av:mli ai nostri occhi; e Ja let– lura delPEpistolario, ci apparve co– me la migliore 1<prnpaganda del fat– to)) che si possa immaginare in fa– \'Ore dell'a11archia. Delle persone che hanno conosciuto intimamente la fa– miglia Reclus ci hannu parlato del fascino che Eliseo esercitava attorno a sè; e questo fascino lQ compren– diamo henissimo, pcrchè si esercita anche su noi attraverso la lettura della sua corrispondenza; ed in que– sta noi \'ediamo chiaramente come tutta la sua bella vit.a (i suoi atti, la sua condotta p,ubblica e privata, tutte le cose sue) era una coerente esplicazione dell'ideale mnano che egli sintetizzav~1 nella parola 1< anar– l'hia i,. Quanrlo Baknnin conobbe Redus, lo stimò grandemente: gJi sembrava solo che questi non avesse « tutti i diavoli in corpo ll che gli semhra– vano 1wces1;ari a nn r.i"oluziouario. Gli si sarehhe pot.uto rispondere che (lurante la Comune, e jn molte al– Lrc occa:;ioni fece tutto il suo do.vere d'noruo d'azione imposto rlallc cir– costanze. :.\'011ostante il giudizio di Rakunin non era forse in tutto sba– gliato. Infatti, se Bakunin stesso fn tutto qLtello che dovrebbe essere un ana1·chico rl'azionc, compresi i 1ati meno umani che ogni azione rivolu– zionaria rumporta- necessariamente. Eliseo Redns fu, in certo modo, una anticipazione dell'anarchico in anar– chia, dell'uomo nuovo e già formato della società futura, nel quale la fra• ternità è divenuta una necessità d'ella vita, la solidarietà un istinto, il sen· so di giustizia e di Jiberlà per_tntti. regole e leggi naturali sgorganti da tutto un secolare svilup1,o del pro– gresso umano. E per questo, forse, che leggendo questa Correspondance, ahhiamo w1a impressione come di relicità; ci sem• hra che Reclus debba essere stato l'uomo felice nel senso più nobile e pili alto che a quesla astrazione di fc. licità possa dare il nostro desiderio di hcne: si può dire veramente di lui che ha 11vissuto la sna vita)). E se questa nostra impressione risponde, per quello che è umanamente possi– bile in un così orribile mondo, a una realtà ,veramente \'issuta, quale mi– gliore dimostrnzione possiamo avere della verità, che. l'essere huoni è sempre il segret:-o e il fondamento di ogni feliciti1 che l'imJlerfetta natura umana pos,;a consentire? Parlando di Reclus, non bisogna interpretare il concetto di <( bontà )) come potrebbero fare quelli che ,ac– cettano per buona ogni rassegnazio– ne, umiltà e servilità. La bontà d'i Reclus, houtà di rivoluzionario f', di ribelle, era di quelle che sanno vi– rilmente odiare il male, il brutto e il falso, opporsi all'ingiustizia, re– spingere la violenza, ribellarsi a1l'op– pressione, combattere il parassiti• smo 1 ettpire gli stessi slanci clell'esa• spcrazione e della rlisperazione: era cioè una Lontà militante e battaglie– ra e non una hontà tolstoiana e di rinuncia. ,Per dimostrare tutto que– sto. dovremmo citare delle frasi, dei passi e pagine intere di questo Epi– stolario, ma quali scegliere allora? Bisognerebbe citar tntto. li meglio sarebbe che le lettere di Redus fos– sero lette, riprodotte tla tutti i gior– nali o riviste di propaganda e <l'eru– dizione. Non \'C n 'ha alcuna - fot– ta eccezione tli un piccolo numero di 341

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