Volontà - anno IV - n.5 - 15 novembre 1949
11iti,. nelle sue espressioni' p-iù fred– de, f}iù « routinières ». L'affermazione « quando l.1 mia 1>elle ,•aie dne soldi <Juella degli al– lri. non 1Valeniente» è ancora e sem• pre la de'fini:done più esatta degli effet"ti psicologici della guerra, per chi fo combatte e pe1· clii la su– bisce. Alla caduta del valore della vita fisica individuale, segue il crollo di tutti gli altri valori. La guerra d:1 senza scam1>0, ad ogni indi,,iduo, il senso della lll'Opria fa111itù cfolle co– se. ~fa questa 1c vanilas vanitatum » non costituisce, come nella mente dei pazzi che la inventarono, una sublimazione, ma la distruzione d"el– l'cssere ed insieme di tutti i valori uruani che lo accom1>agnano. Guardate nel profon<lo dell'a1>atia {lella gente, deJla loro inconsisten• za come esseri pensanti e 1volenti, e troverete la 1>arola: guerra. Nello stesso tempo la guerra dà il senso del valore animale della vita. La sensazione di vivere per 1>0co ancora altacca disperatamente alle sensazioni pili fugaci ma ipiì1 llnme• diate delfa vita; dà la passione del– l'« attimo fuggente», la cupidigia dcl1'en1ozione f.aei.1e, magari violcn• ta 1 che peri11ett.a l'ilJusione di vive– re fuori dell'incubo. Così le atrocità selvaggic <..-Ompiu– te da uomini altrimenti normali e insieme quelle Ì-are voci che, supe– rando il moralismo e il razionalismo irnJ)eranli, ritrovano poeticamente la natura deU'nomo soffocata dalla ci– vi1tà1 si giustificano in questo acuil"– si <1clla sensazione immediata del vivere, fuori da ogni schema buono o cattivo. Una umanitì1 di condannati a mor• 262 te ritrorn -acccuti e p,1ssio11i selvug• gie, spesso furibonde e atroci, <1ual– che volta subli1ni. Infine, l'eroismo come sublima– zione di se stessi, esasperazione del senso cli dedizione che è in ogni uo• mo, oltre l'istinto di consenv:1zione; il soddisfacimento del senso sociale :1llraverso il sacrificio :id idee (pa• tria), e ad uomini (camerati, repar– to) oppure l'esaltazione estrema dl se stessi, bisogno di pcq>etuazione di sè, attraverso il grande gesto. Tuttavia, se per· alcuni sono vali– de le ultime considerazioni e se in ogni caso è da tenere 1nesentt> una sua .1zione esaltante, il carattere fon– damentale della guerra è <1uello del– la soffocazione delle forze in.orali, di distruzione del pensiero, e di ec– cit.izionc dcli' emo1.iviti1, 1>,:,irhica– mentc deleteria. Inoltre, le, guerra è l'abitmliue lll– fo rllssegna;:;ioue. Abhia1110 pensato per ,umi che soltanto la « pallottola intf'lligente » p<>teva levarci d.ill'inforno; abbiamo pensato 1>et anni che si dove,•a <1 se– guire il destino»; che è meglio « cercare di non capirci niente ». Per anni abbiamo sentito che L-. 11ostr.a ,vita, Lutto il nostro !Y-tssato e il no• stro a,•venirc, 11011 aveva nessun va– lore, di fronte al caso <li una fl:tllot– tola, magari errante. Per anni siauto stati abituati a cei-– carci sulla fronte L'unzione mortale del destino. IPet· o.uni abbiamo sn1H1- to che una grossa macchina sociale ne Ha quale 11011 credevamo più, ci sovrastava e muoveva i nostri gesti cli fantocci. La guerr,, è fo spersot1alizzazU:me dell'uomo, nella sua entità psicolo– gica. I bombardamenti sono subiti
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