Volontà - anno IV - n.5 - 15 novembre 1949

:.ing:oli; tutti accettai·ouo la djscipli– na come forma di serietà superiore; lutli furono egualmente all' oscuro di altT'l mondi, di altre mentalità; e, spcc:iahncute nelle rpiccole città d.i pro,,incia, il contrasto tra la vita violenta delle organizzazioni e il ti– mido pigolio di alcuni anziani, in fondo nemmeno loro fuori del cer• chio psicologico comune, ci allonta– na\'ano da dubbi e da ricerche. Non ave1,vm10 termini di paragone, non pote,•amo sceverare, nel grovi– glio di cause ed effetti, d.i ripercus– !!=Ìonireci1>roche, le forze genuine e quelle degenerate. Tutte le voci in– torno a noi 1>arla\'ano su sfumalure o toni dichiaratamente Fascisti. E infine non era 1,iù un problema di coni rap1)0sizion.i di teorie esterne, ma una pet1etrazione dall'interno òi influf'nze emotive 1>rofonde, radica– te su quanto è pi.:1 ac<.-cttahile sia della natura che della morale uma– na oltrechè dei vecchi temi piccolo– horg:hesi da cui nuUa pote,·a difen– de1·ci: nè l'educazione familiare, nè <1uell:1 scolastica d.i professori bor– ghesi sino al midollo, nè relazioni :mtifosciste rinchiuse in formule at– tendistiche rigide troppo in contra– sto con la vita reale. Era Così profondo j) la.l'oro inter– no. <."OSÌ amalgamate alla nostra stes– sa vita giovanile, che la lettura di Marx Mazzini Croce, mescolati e confusi nella ricerca ind.ivicluale non guidata, non contrastava affatto con l'ambiente; vi .agginnge\fa anzi mo• tivi nuovi, cl1e ci stupimmo di ve– fini i rigettati. Er:u•amo cosi riempili di stati d'a– nimo e di emotività, che la nostra peNonalitìt razionale non 1,oteYa tro·· vare sfogo diretto; ci si poteva toc– care su punti determinati della pel– le, sicuri di vederci compiere e6at– tamente il gesto \·oluto; e le idee che ,,enncro dopo, lentamente, con– Ruh•ano nel filone comune, senza forza pro1>rin per trarcene fuori. Sol– tanto un fotto esterno potev:'t farlo: la ;!Uerra. La guerra JI carattere totalitario <lell.i guerra moderna i1nplica :111cheuna sua tola- 1 itarict:, psicologica. In altri tempi. il Fenomeno bellico era Nissuto da u1;a minima parte della po1,olazion~ e spesso da una 1>arte soltanto di w, e.5erdto. Inoltre la brc,•ità delle guerre impediva che 1popolazioni in– tere si eslraniassero per lunghi anui dalla vita normale. Oggi invece .il <'arattere peculiare psicologico di una guerra è nell'impossibilità di esi- . 6lenza cli sfere morie ai suoi effetti I grandi fenomeni di evasione col· letti\'a :illa morale umana del primo e secondo dopoguerra e s1>ccialmcnte di qHcst'ultimo 1 oltre che dalle spa~ ventose condizioni cli indigenza del– le J>O(lOlazioni, di1>endono da questa deviazione del senso umano tlella vita, imposta in modo ·così prolun• gato da impc<lire paragoni e da co– stituire un modo naturale di ,vi\fere. D'altra parte definire una guerra « atroce » \'aie forse quanto definir– la « eroica ». Ma la guerra non ri– sponde come essenza fondament;tle a nessuno di questi aggetLivi. }".:a– troce od eroico il gcslo isolato, il pe• rioclo. l'episodio. che punteggiano il nero unito del quadro. /_,a guerrn è <1bi111di11e flli'inuma- 26"1

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