Volontà - anno IV - n.5 - 15 novembre 1949
re che in nv,,cnire oon possa fare di piì1, che non possa cioè fornire i ge• nitori di <1uellcconoscenze, di quella ..l,·,,cdutczza e di quel tatto necessa– rio ad impedire la formazione di complessi dagli cffeLti così disastrosi nella vita adulta. Non ci stanchcre. mo mai di ripclcrlo: l.1 psicanalisi de\'e uscire dalle cattedre e dalle cli– niche, deve cessnrc di essere una pro· Cessione cd una dottrina esoterica. Le sue implicazioni e le sue possibi– li applicazioni 1:;0110 1ali e tante che sarCbbe un deliHo per lei ritirarsi in una torre d'avorio come fanno a <fUC6l'orn un po' tutte le altre scicn• zc. La psicanalisi deve essere di pili di una scicnw, un'educazione, un metodo di ,•itn. Non è nostra intenzione il dettar regole di condotta, specie in una ma– teri.i come l'educnzione dei digli do– ve nessuno \'Uol essere ahmno. No– stra intenzione è di ricordare che il complesso edipico è ali.i sorgente <lei senlimcnto di colpabilità e che chi è schiavo cli questo sentimento sempre avrà bisogno di governo. Nostra spe– ranza è che i padri un giorno faccia– no quanto lrovino necessario per im. pcdire il sorgere di questo comples– so. Questo possono cercare di fare: far capire al l,imbo, appena comin– cia a capire e senza calcar molto sul fatto dell'apparato superiore dell'io• lclligenza adulta, che il 1>adre non gli è rivale e che non lo \'uol dcrn– barc dell'amore della mamma. t co– sì facile infaui, anche inaHcduta• mente, dare al bimbo l'impressione che si è onoiscieuti, che in fallo d'in– telligenza è un verme e sempre ri– marrà verme, così facile cioè c:;reare in lui un sentimento di inferiorità rispeuo all'intelligenza, che non è male che il padre si presenti tante "olte al bimbo come uno stupido, co– me <Jualcuno se. non altro che ha an• cora molte e molte cose da impara– re, anche dai bimbi. Bisogna poi rendersi conto che un bimbo com– prende molto -di pili di ljuello che comunemente non si creda. Occorre infine che di fatto il padre non sia un rivale del bimbo, che faccia po– sto al bimbo nel cuore della mam– ma, che sia veramente adulto nel •senso di possedere una coscienza che ne trattenga la « libido». Nelle re– lazioni famigliari av\'icne spesso in– fatti che il padre dispieghi una « li hi<lo » altrettanto immitigata e mol– to pila potente e bruta le che nou quella .del bimbo. Particolarmente acuto è l'occhio del bimbo a scopri– re contradizioni tra quello che è e quello che gli si vuol far çrederc, e non v"è nulla cli pili deleterio per l'integrità della sua intelligenza e della sua coscienza quanto Jo sco– prire che i suoi genitori sono ipocri– ti e che l'inganno è norma nella \'i– la adulta, lo scopo a cui pii, comu– nemente l'intelligenza s'ndopra. Fuori del complesso edipico il pa– dre s'acquis1a l'odio del figlio e gli ispira timore neWescrcilarc su <li lui una forzn inibitiva. Si badi che il padre non è il solo nè il primo a far comprendere al bambino che non dc– \'C c che non può soddisfare lutti i suoi desideri, che non li de\'c nè gli conviene soddisfarli quando e come gli piaccia. È la mamma d! solito la prima a mostrare disapprovazione al bimbo e a sculacciarlo quando va di corpo in momenti .inaspettati, quando .si rifiuta di mangiare quello che gli si dà o rompe o sporca o sciupa co• 303
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