Volontà - anno IV - n.5 - 15 novembre 1949

JaHcro gio\are un·ahra Jcgge? Soi 11011 ne ,·eciituuo la possibilità. E ,•or-– remmo che anche ron. Bianchi - che ha cerlamcnte un gran cuore co– me lo dimostra occl~p:tndosi di que– ~1i figli di nessuno - se ne rendesse l't.utlo e con lei gli altri socialisti che :rncont credono neUe leggi. 8as1:1 1 infatti, pensare che 1~, leg– ge alhrnle uon ,·iene quasi mai uti– lizzata di fatto per ri, endicarc c1uci diritti che essa gi:t sancisce. La po, era gente non si fa nessuna illusione sulla legge protettrice del ,lel,olc. Essa non è <Jtmsimai in con• •lizioue di giovarsene per chiedere riparazione degli infiniti torti, ves– s:1zioni1 arbitrii, ingiustizie, di cui è \'iltima dalla parte dei padroni. tlclla genie pi.ii ricca o ,piii scaltra: e quand'anche vi si decide e riesce. è sem1>re succube di fronte 11i suoi o'l'antli av,•ocali. La donna si trova confinata già 4>er il suo stato sociale tra questi de– boli. Essa porta il 1>esodella sua se– <-0L-1rc schia.,•itì1, si ~ente già, in ,-ondizioni normali, inferiore all'uo– mo:"'si sentirà quindi 1>ilt che mai 1, inferiore» ,1uando una matcrnitì1 illcgitti,n:i la « disonoreri1 » di fron– te alla gente che comanda nella i,ocictì1 attuale. Qucst11 tlomrn, ab• handonata dall' uomo che l'ha resa madre, nella maggior pnrl~ dei casi non pensa nemmeno di ricorrere alla. legge. Sa che i processi sono lunghi f' che danno quasi sempre ragione a f'hi ha dnnaro. Le mancano la for– u1 il coraggio, la tenacia per lotta– re. Il pili delle volte finisce per ac• contentarsi del pugno di mbncte con cui l'uomo 1vile che l'abbandona e abbandona suo figlio, cerca di sfug– gire alle iiue rcsponiahilità. Si ac,- 288 contenta, spe~o, anche eo,u u1 ,u- 1m1ghe o a, pron,e~c, tJUalldO uun ::,OllOStà timoros..-. alle m11mccc .• ua 11011 ricorre .atla legge. h:rCJò et , uol alLro che progetti J1 1cgg1. E SUIHI rCittti1 ~O1.!IIIIC, C sul costume che bisogna agire diretta· rneulc se :;:i \ uo1 allcnuurc uua .;osi enorme \Crgogna. 'cssuu.a legge un– pct.hrà che 01 ltalui ci siano sernpre a. cittadu1i di terza classe» tcowe ha ben dcfiu,11 Auna GarofoJo su «. 11 .\fondo» i figli dleg,ttu11i) ,.fruchC uell.a vita <1uouciiaua, uellc comuni– tà loc.d.i, dure.-auno 1 pregiudizi conlro le rag.azze-madri ed j 1o1: ba• ~tardi » e finc.hè alle uuc cd agli al• tri si lascierà che p1·ov\ eda ht pelosa u carità » degli lsllluli del Buon Pa· store e dei lircfotrofi. Occorre, anche in questo campo, il coraggio della libertà. ~on per J'iUusione che una qua– luuc1uc azione uoslra contenuta en• tro i vincoli della eocictà quale è oggi basti a ricostruire nelle sue ra– dici la vita sociale - che è !"illu– sione riformista e l'esperienza è or– mai decisiva a mostrarne la ,vanità. Ma perchè prendendo ·iniziati,,c con– crete, tra uomini in comunità che dormono il sonno dei selle anni, si darà un avvio pratico al nrOto di au– toliberazionc ind.ividualc e comuni– taria da cui soltanto J>OiSOno col tem– po sorgere le energie per la grande « pulizia » finale, necessariamente ri– \ oluziouaria. Jn paesi ,1,ii1progrediti del uoslro sono ormai di comune dominio le nuove scoperte scicnl i fiche che tol– gono jJ sesso dalla po$izionc di «ver– gogna», che lo mettono in 1,icna lu• f'C. Ciò !l'è fallo sulla base del lavoro

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