Volontà - anno IV - n.5 - 15 novembre 1949
Qucst.a disgiunzione sistematica tra la dottrina e Ja tattica bolscevica va sempre tenuta in grande rilievo, imieme alla implicita necessità che chi l'accetta, anche se si illude di discuterla, sia in partenza rassegnato a far proprie e dottrina e tattica quali gli vengono via via 1>ropinate dal sinedrio dei Capi. t vano dirsi: e: io mi ci.fiuto alla teoria che il fine giustifica i mezzi», se si accetta che « dotlrina >> e «tattica» son separabili. È anzi caratteri• stico e necessario del bol8cevico.cJ1e•1>c1111a dirsi che il fine (la dottrina) giu– stifica i mezzi (la tattira). Senza di ciò egli si troverebbe pri.vo anche del• J'illus:ione d'una giustificazione morale dei 1>ropri atti, mentre a questa giu• sti.fìcazione non può rinunciare (anche se a parole pare che la disJ>rezzl). Questo è, in fatti. bolscevico, come metodo: se1>arare il momento del pensare da quello dell'ngirt• - dato eh<' .1ssociandoli ne risulterebbe evi• tiente b conlradclizionc. Può anunetlersi qualcosa di analogo jn sede d'anarchismo? A noi pare di 110. Noi siamo ben lungi da.l.l'i.llusione che la ,•ila sia sempl.ice. Abbiamo anzi il senso vivo deUa sua immensa molteplicità - ma <1uesla 1nolteplicit.'.1 non ci pa.ré « terribile». t la condjzione necessaria di Lutto ciò che è uma• no: questo coesistere di pensieri di impulsi di azioni di idee e di fatti che 1 paiono l'un l'altro conlradditori, ed hanno ciascuno la sua ragione di C6iere Ja sua necessità di essere, e l'umano sorge dalla loro simultanea esistenza. t in questo senso che siamo, noi, <t umanisti» e « realisti ». Ed è per ciò che sfuggiamo delihcratamenle alla tendenza del «sistemare'> <1uesto mondo molte1>lice secondo le linee sempJjci d'una Ideologia, persuasi che non "'è nessun bisogno di «ordinare» dal di fuori gU uomini ed j loro ra1>porti, certi che basta l'ipotesi unica d'una società in cui tutti sian liberi perchè se ne ,•cda deri\'arc una s1>outanca armonia. La quale - e perciò siamo amar• clrici. - non è fatta nè di ritorni alla natura nè di superamentto tli tutti i co1illitti: anzi, sappiamo che implica un approfondimento scm1>re pili della diversità e della competizione senza cui noi saremmo formiche non uomini. Questa premessa ri1>ete il nostro antisistematicismo 1 che non è affatto e contraddizione», che anzi aborre dalla superfic"ialità intrinseca dei pili complicati 5jstemi d'idee, che cerca d'afferrarsi alla realtà viva dai mille volti, C di rimanervi aderente lung-o il processo stesso del 1>ensiero. Per noi, quindi, o: umanisti :» u « rcaUsti », non ,,'è nè bisogno nè vantaggio nelle separazioni di categor"ic. In particolare, non (..'Once.pian.10 nemmeno pos;sibiJc - in sede d'anarchismo - una distinzione tra « dol· trina » e « tattica ». Dottrina è una parola che per noi .acquista un senso determinalo sol• tanto se si iulend'e come il pensiero da cui è sorrella l'azione. Quindi. un pem!iero fluido, seppur fermissi.mamcnle orientato, che si adegua via .via ai termini in cui l'azione si realiua, ,ria via che le condizioni mutano anche 281
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