Volontà - anno IV - n.5 - 15 novembre 1949

Sovif·ti 11è tla ,isso S<111zitl1wti » tl \e.va • i11 fuuo abrogato i principi dc!lln libt>rti, civile » 11 ). E ad c&sa Le.nin dava una brusca risposta, con la qua• le svilup1,a,·a il concetto che « il 11110110 potere <loi:ev,1 mettere dt1 par– IP fo /oruwlità che avrebbero pOWto so/Je1.1<1rr seri ostacoli allo s11,1 ll:io– m• » 11 ) dimcnLicando così le belle lcorit! tante volte espresse ai lavora– tori p-rinrn del colpo di tnto, e con– f<'rm:rndo che lo slogan • Tutto il potcrt' ai Sovicti ~ era stato l)er lui la menzogna di base su cui e<lificare la propria dittatura. Appena il pote. re dei So,·ieti accennasse ad osare di mctlel'c in discussione tale dittatura ne avrebbe avuto le schiaccianti e 11degnost· ris1)0Ste che merita,n l'iu– gcnuil:1 di chi a quella menzo~ua 11• ,·,.wa u e<luto. · · Lenin ,,iuse. allo stesso modo t·lie , in.scro F(itlcr e Mussolini nei loro paesi, pc['chè i socialisti rifiutarono la sua sfida alla guerra ch•ile. Pare– ''a loro di a,•e[' ragione: li trntle11c,,a la ,,aura dell'invasione tedesca, della restaurazione monarchica, del collas– iO er-onomico - e il senso della lo– ro responsabilitì1 ,•crso il ,popolo e In ri.voluzione. Con il loro atteggiamen– lo isolarono gli anarchici, dis1>osti i1wecc a lottare aJ>ertmucnte, apert.:1- mcntc i11 lotta contro Lenin e )a macchina op1>reSSh·adella sua ditta– h1ra: allora in coslruzionc. La latli- 11 ) id •• Ri11sciramio i bol~a:id,i u te11e. re il potere Jtattile?, op. cii.. ,•ol, XIV, J)ar• le 2•, J>ag, 241. 11 ) id., Ri&poJta all'ialerpellu11:" dei JO· cialiJti rivolu:::io,iari di siniJtra, op. cii .. voi. XV, •1rng.27, note. t·a i,acifica usala dui socialisti uclb loro opposizione ai bolsce,•ichi fu 1.1- bilrnente utilizzata da Lenin, in vi– sta dello schiacciamento tot:de sia dei socialis-ti stessi che degli anarchici. È in ciò la pro\'a oonclusi,·a del fatto che le idee cli 1< comunismo fe. dcralistico » e di genuino « sociali– smo libertario ,1 ))redicnte da Lenin prim:1 che si irnpadrouistm del ()Olerc erano solo mezzi per il suo fine ri• posto, che <--<>nsistevnella 4-littatura dello Stato centralizzato ed autorita· rio del « )1anifesto dei Comunisti ». Lenin stesso finì per ammetterlo. nella 1>olemica contro il giornale di Gorky, « No,,nyn Zhizn »: « qmmdr> lo tllto è dii:c1111to prolett1rio, <JUtmdo è divenuto l'appt1rato delle, violenut esercitllt.<t dai hwqratori soprn lt, bor– ;;lwsi", c,/lor(I noi c,ffermammo fo 110- stru adesione rtl cc.ntntlismo et.i (Il Governo forte » 10 ) ancora belle paro– le. nelle quali era im1>licita l'idea: « quando noi ~aremo i 1>adroni deUo Stato ». l)erchC nel linguaggio di Le– nin « SLato 1>rofet:1rio » significa,·a « lato comandato dai bolscc,•ichi ». I:: chiaro, in conclusione, che quan– do Lenin sostenC\'ll t' p1·01Y.tga11dava le idee della Comune di Parigi, J)['Ì• ma del sollevamento di ottobre 1917: egli le intendC\'11 unicnmente desti• nate .al consumo della massa. le usa• ,·a come un'esca 1>er i sem1>lici che– l)rendel'ano alla lettera le .sue 1,aro– le. come un mcu,0. 1>rr accaparrarsi le sim1>alie degli operai e dei conta– dini - ill'fine, come 11110 strumento che apriva e 8piann,•a per lui ed i suoi la strada dr-I potere. c. P. MA:tlMOt-'F • '1'111;cu1.1,o·r1:-u:.,T wo11,-: •• Cl1ifu 1 w (A. Herk111:u111 F1111J). 1910. 272

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