Volontà - anno IV - n.4 - 15 ottobre 1949
la ~ua organizzazione huro(·rat i,·a politica e tolalitari.i. Non è con la <littalura che si pos– sono neutralizzare i nemici della ri– voluzioue. Il periodo tran.,itorio del• 111 rivoluzione, 11011 l'intendia1no nel– lo stesso modo dei marxisti. Costoro vogliono eliminare progressivumcnte le clussi privi legiatc con le misure repressive dello Stato, ma le so~1i1ui– scono con :1ltre ,mcor piì1 nocfrc eehc spesso finiscono per integrnrsi con lo Stato stesso. Se c 1 è un periodo tran· sitorio nellu rivoluzione libertaria ;. quello del pa"sag:gio da un sot·iulismo i1111>crfo110 ad un socialismo piii per• follo. TrO\ i umo assurdo gius1ifi1·arc l'e– si8tcnzu clello Stato ,·on Pesistenzu dei pri, ileginti. come dit.:e,•n Marx, Engcls, Lenin ed i loro continu.llori. J privilegiati debbono scomparire clall 1 o~gi ul dom:mi, dcblJouo essere .messi in condizioni di non nuoecrc. e uon ('Oll delle misure poliziesche:' o t.:011 dei ma~.saeri che ci ripUA"nano. urn prh•nndoli dei mezzi di :ilimcn– lazionc! «. Chi 11011lnvora i• un la– dro)> sl'l'ivC\':t B,;kunin, e ,·oloru dlt' lavornno hanno il diritto di non es• sere piì1 dcruhati, senza aspCIIIIN' l'eliminazione « scientifien » dei pn· rassili da uno lato che non ha uhm fretta d1e quella di crcarnt' dei nuo\'i. 5c non c'è libero consumo, e tau– lo meno I:, 1( pre":1 nel mucchio »: iH' esiste il razionumcnto. il modo 1>ii1 focilc, senza allentare alla lil,er1ì1 degli uomini, ci pare qu<'llo di scr– \'irsi di un sistema monclario qual• Biosi per sodisfore le nccefsitì1 indi– , iduali. Ma l'impiego di un ~i8tcmu mouc- 250 tario è compatibile con i pr111c1p1 dell'anarchismo? Molti compagni che non riflettono abbastanza su que– sto problema e che sono troppo an- 1;orati a ciò che c'è di tradizionale nell'anarchismo, senza l\nalizzare l'evoluzione economica e psicologica dei popoli, rispondenmno- negativa• mente. Ma affermo eh'usi dimostra– no di conoscere un solo aspelto del pensiero anurd1 ico, e di non ,·ono– "'i·Crc lulto ('iò d1c è stato dello dai nostri pcn.l'alori .anarehici e dall'in– ,.icme degli uomini del nostro 1110\'i– ml'nlo. " ,,roposilo clclla distribu– zione. Proudhon Na :1nart·hit:o C' nel suo .l'islcnrn mulu:di~ta Jìguruno i buoni. di s,·amhio come mezzo di lrunsazio– m• (' rappn•5f'lll:1zio11c drl polcrc di :u-quisto. Nou è il <lan:iro 1 nel significato daiòieieo della parolu. ma un simho– lo monclario ,·on un nuovo nome. Dopo Proudhon. i t·ollcllh isti dcl– i.i prima L,1crn.1zionulc, 1•011 lhku– nin, Guillaunu.,• c tulle' le hcllc figu– re di qucll'e1,oi·a. " pii• I.ardi. iu S1>ag11a. t·on Bic·curtlo Mella. :u:cel· t:irono di m:111tc111·rc un simholo mo- 11ct11rio.Solo quando la 111aggior:1n· z:1 e poi la 101alili1 dc~li :11rnrd1i1•'. soriali;:.ti. influenzati i11 1.:1rle da Kropotl,111. di,c11tarouo 1•<1rnu11is1i, ri11unci,1rono :t "rnir,.i di una ma– nciu. A meno di nc:;arc du• ll.1kun,.•. Guill:.umc e la brillante pleiade dei 1 ,rimi intcrimzionnlisti dei <1u:1linoi -.i:nno 1u1ti dist·rpoli. fossero degli an:m·hiri, non si può non affermare 1·l1e l'uso d · un sis1cm11monchtrio non ;. in t.:onlraddizionc con i nostri prin– cipi. Tutt'al 1•iì1 può rn,crlo con una l'f'rl:.t maniera di 1·onccpir<· lu prati-
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