Volontà - anno IV - n.4 - 15 ottobre 1949
Per c,rrivllr<t <1lmomcnio dell'uu.- 10-ema11cipu::.io,ie, è necessario, for– se. che 1111c, dirc::.ionc ril;ol11::.ionaria ,1e prcpt1ri. la 3lrada? Soltanto l'esperienza delle masse po1)olari stesse, e, in secondo luogo, la propng:111dacon l'csempjo e la let• tcratura libcrlaria che spieghi le e– sperienze vissute, possono preparare il cammino della rivoluzione sociale e libertaria. Mai l'azione di una di– rezione rivoluzionaria h11 condotto alla vittoria di una rivolnzione liber– taria. Tutte le grandi rivoluzioni so– no state - 11ellaloro fase creativa - l'opera spontanea ciel popolo. I di– rigenti i;-ivoluzionari generalmente sono sfati colli di sorpresa e sorpas• sati via dall'iniziativa delle masse. Non è clic con il riflusso delle ondate popolari che i dirigenti rivoluziona• ri ricominciano ad a,,cre un ruolo, fortemente autoritario e per conse• gucnza nefasto. Una ri,,oluzionc preparata o pre• fo.l.,bricata da uno o pii1 gruppi <li• rctlh'i ri\•oluzionari non s11rcbbe l'o• pera del popolo ma quella di questi gruppi (come ad esempio la rh'olu• zionc d'ottobre iu Russia, in parte 1ncparata segretamente dal Comitato Centrale del .Partito bol&ec\ 1 ico) e ne deriverebbe necessariamente, non la \·ittorin del popolo ma quella degli <,rganismi prep:1ratori ,. ,lirigenti (gruppi politici, sindacali o altri). Noi saremmo, di conseguenza, in pre• senza non <li una ri\ 1 oluzione sociale e libertaria, ma di una rh 1 oluzione politie:,, sindacale o altra, cioè di una rivoluzione limit.atn ad un cam• biameulo <li gruppo dirig~111e. La liberazione effettiva del pupo• lo da ogni tutela non può casere che l'opera voluta, <"apita, e realizzata 196 coscientemente dal popolo istesso. Seo non è tale, lu rivoluzione è sbaglia– ta e persa in anticipo. lon può es· ser\'Ì un « regime transitorio con di– rezione rh 1 oluzionaria » che vada ve• rnmente verso una libertà progressi– vn. Ogni direzione provvisoria tende naturalmente n divenire de6uiliva. L'auto-emancipazione popolare, ,i– ce,·ersa, è la negazione ili ogni !Cu– tativo di dominare. I popoli hanno dimostrato, più. volle, che sono pcrfcllamcnte capa• ci di realizzare questa emancipa– zione .. Fino ad oggi sono slati sem• pre respinti nella schiavitù. Si può, tuttadu, prevedere che i tentativi li– bcrlnri del passato si riprodurranno. La stessa esperienza spinge i popoli alla rivoluzione, cd ai periodi cli rcd• zione seguono <lei nuovi periodi ri– voluzionari. Dunque, non è soltanto In propaganda anarchica, ma sopra– tutto, e per prima cosa, l'esperienza. delle masse s1cssc che conduce <1ue– ~,e alla rivoluzione. Ed è auche que– sla esperienza che rip.:1ra gli errori commessi nell'azione e che garanti– sce il progredire del rnovimcnto. Tuttavia la proµagm1de1 anarchica :, la. sua importanza: es.sa deve coor• dinare e spiegare le esperienze vis- 11u1e, trasmettere le esperienze del passato, studiare Jc esperienze <lei. diversi paesi per trarne il massimo interesse per il successo dclt'azione libertaria, li compito degli anarchi– ci non è di sostituire i vece.lii gruppi dirigenti con uno o più gruppi anar– chici che dir.igcrebbero a lor volta le masse lavoratrici, ma di <.ontribuire ud elevare il livello e la coscienza. di queste masse perchè sappiano Ji. bcrani e per conseguenza govci:naui da sè.
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