Volontà - anno IV - n.4 - 15 ottobre 1949

rcalizzu, e noi lo cerchinmo fuori' di noi mentre è esso che in quell'atto prendt· poSSeuo di noi. E mi sembra l'lte al cinico Diogene che, uscito dal– la sua botte, inv,mo cerca un uomo, un bambino <lia la baia: « O tu che nou 11·0,,i un uomo 1 e tu chi sci?» O mi i;cmbr:1di udire le foglie, le ra• dici 1 i fiori. i frutti, e tulle le parti di una pi:rnta n conciliabolo a scn• tcnziare: « No, il principio ,,italc non ('SÌSlC )l, P110 Dio f'sscre uI<'o? Può In nato• rn, l 1 U111aniti1d1e è tullu un'imma· nenza di continua trascendenza, non superare se !lessa, non essere « so– prannaturale»? Quel serbatoio dei ,•tdori morali, ::aran11•della loro conscrvn1:ìonc, del– la l'Ui c1:istc11z:a non dubitiamo <1uan• do gli .affidiamo fiduciosi i travagli e i dolori della noslra povera dta e il nostro spirito sl:rneo, sicuri eh<' non un :.tomo ne andrì1 perduto; quella uni1i'1di tutte le anime nelln -.·orrentc sollcrranea di vita, onde Jrc– menli cd uffioranli, <1uasi p9lle se• o.arale alla superficie del suolo - ~11- la <1ualc rilornnno :irricchilc. di ra· diazioni nuove, in perenne circolo vi– lale - co1nc tulti sanno quelli che molto amarono. e persero e !lofTriro- 110: quella ,•isione di miri:tdi di a– ..1ri scintillanti ehc si ri"clarono ai 11ostri oc,·ld csrntici <1unndo il sole della ragione ragionante ern sceso ~otto l'orizzonte, lasciando il ciclo buio. \'UOtoe desolalo; <1uclla comu– nioue degli ~piriti nei dolori e nelle gioie, intima solidarieti1 che, inten– samente scntitn, <liè supremo con· forto ai nostri fratelli e d1c nl sepolto nella « fossa buia» ispirò i versi cdl mondo dunque non ha male - ed io di mali innumerabili sto opprc.:- 230 so - per letizia del tutto e d'.altre– parti» (T. Campanella): sono que– ste le supreme reul1à della vita. Somma iattura sarebbe se <1ucsto senso di un ideale reale 8i affievolis– se o atlulisse: tulla In viia morale ne Htrchbe depauperata, e In tfi<luci:1in noi ~tessi e nella pos.sibilitit di far frullare l'opera nostra restcrcbhe morti6c.ata o spcnla. Chiamatelo , ila, amore, ideale immanente, u· manitìt, Dio: ,, Io non vi saprei sug• 1-(crirealcun vocabolo adatto! li scn– !IO intimo è tulio; il vocabolo 11011 è :u- un frastuono cd wi fumo che an– nebbia lo splendore del Ciclo ~ (Gho1he). Condivido la \OSLra aculu scnsi– bilitit e prevenzione contro <1ucsta ullima denominazione personale « Dio :i.: os.:ervo però che se esso focilita l'u.surpnzione, a « Suo no– me>> di nutoriLì, spirituale: <li mo· nopolio religioso, di op1>rcssio11c del. IC' cos<:icnzc, di dcspolismo. non ba• ft:1 la sua i!Opprcssiouc p~r impedin· altre usurpazioni cli altri dillatori~ :tllre imposizioni di monopoli della. vcrilì1 della giustizia, dclln mora!P privala e puhlilica. Oso anzi dire che, a pnrilù cli condizioni, « Dio >1 è un padrone cli ti1>0soggcuh·o, dentro d, noi, troppo al fondo della nostra coscienza indi,iiduale, troppo identi– ficnlo con le nostre nspir:1zioni su– periori \'icino a noi nei momenti su1>rcmi. nel bisogno più acuto di conforto e di aiuto e cli speranza. perchè i suoi monopolizzatori possa– no appropriarselo interamente e far– lo loro complice: cd è per <lu<'si'o cl1e lo ritroviamo sulla bocca delle vit– time e dei martiri piì1 spesso che su quella dei persecutori e dei t·aruefì-

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