Volontà - anno IV - n.4 - 15 ottobre 1949
È lecito attribuire alla pianta « un principio ,,itale ,, distinto dagli orga– ni, foglie, radici, !fiori, frutti ccc. nei quali si differenzia, lolla in ogni or• gano benchè non nella sua totalitì1? Gravè 11,1otivodi esitare è <1uello, che noi non abbiamo nozione di un aspetto sintetico della ,,ita uni\•ersa– le, altro d1e in funzione di quella dei singoli individui ,•iventi, della lo.: ro personalità elementare; e non po• lremmo quin<li esprimerla e rappre– sentarla che in termini di suoi aspel• ti particolari. Se una t·cllula del re. gato, possedendo nella !lua costilu– zione specificu il piano, il ((segreto», dell'intero suo organo e quindi del· l'intero organismo sintetico - d1e non esiste se non differenziato in va• rie funzioni che sono solidali ognwia con tulle - possedesse <1m1lchecosa di analogo alla nostra coscienza, es– sa potrebbe essere tentata di attribui– re una t:ostituzione t<lentica alla pro– pria~ alle cellule del pancreas, della c·orteccia cerebrale, ecc. all'uomo in– tero; e viceversa potrebbe osare di attribuire alla coscienza sintelic,1 del– l'individuo umano la consapevolezza di ognuno dei 200 quintilioni di cel– lule del suo organismo. Oseremo noi attribuirla al tutto, ali'« anima )l dell'Universo? Oseremo negurgliela? Afa la doverosa riserva non polrebbc autorizzarci ad escludere che, imma– uente alla pcrsonaliLù umana, rive– lata e sperimentala in tulle le sue :.11Lh·i1à « spiritm1I i » come progres– siva continua presa di possesso di ciò chr- noi vir;ualmcnt.c siamo. sia, pre– sente e costitutiva, una t.rascendem::1 nello spazio e nel tempo. Tuili e ~iugoli i momenti del noslro passato si conscrv:.1no misteriosamente in due modi diversi: sia puntualmente, co• mc memoria, rievocahili individual– mente; sia come abiti, carallere. io sintetico, integrahnentc: modello questo della possibilità di una dop· pia consen·azione di quelle singole incarnazioni dell'Umanitì1 che chia– mi:uno (< defunti »: in se stesse, e nell'Um:.111ità, in noi. Se il problema iell'esislenzu di Dio venga così eliminato, sostituito dalla esperienza personale della - se è lecito così paradossalmente chi:1· mari.i -<livinitù dell'uomo o del di– vino dell'uomo-umanitì1, non si eli– minano con <1uesto quegli elementi nè si eludono quei bisogni che sono t'onfluiti a dar vila e consistenza al mito e al simbolo « Dio 11, come per– sonalità distinta da quella umana, duplicato di essa. Una realtà spi• rituale non si lascia congedare dal campo della coscienza per la sop• pressione di un nome. 11 Con qualun– que nome si chiami una rosa, lu sua fragranza rimane 1,, o per usare un allro proverbio inglese. <e Nel gett,1- rc vin l'acqua di un bagnino badate di non gctt:1re insieme anche il bam– bino n. Meglio ancora ha dello Pan· clil Nehru: (( Qualunque 1.:osasia Dio, l'uomo è divino ,1. Quando sento o leggo, si:1 i difen– sori di ,<Dio» ~iorinare i loro bra– vi 5 o i argomenti per dimostrarf' la suu esistenza, o i suoi negatori i lo– ro 10 o 12 argomenti per dimostrare che non esiste, un penoso senso del ridicolo della situazione - della fui. sa impostazione del prohlenrn - mi assale. Mi sembra che ai primi il Dio di J,>aS(:al rivolto ammonisl'a: (1 Non mi cercheresti, se gi~1non mi possedessi)): la ricercu dell'ideale(" l'atlo vitale dell'ideale stesso (•hc si
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