Volontà - anno IV - n.4 - 15 ottobre 1949
'iali, ecc,) corrisponde la miseria nera del bracciante scuza terra e senza la• vÒro. La maggioranza dellu popolazione soffre per <1uesta grande ingiustizia nella distribuzione del ln,•oro nelle campagne. Ma tuie ingiustizia è sccolure. Essa risale all'usurpazione delle terre de– maniali del Comune da J)arte delle famiglie nobili del paese ('Polvere-Gi– lardi,0rlando, ecc.) avvenuta nel secolo scorso. Contro tale ingiustizia verso il 1910 sembrò le, 1 arsi un prete di Pescolanza, don Giuseppe Oriundo, il <1ualc fondò un circolo cattolico frn cont11dini po· veri, la cosidclla « 6ocie1i1 di S. Donato>> sb.anclieranclo un prognunmn di lotta per lu restituzione al Comune dei terreni usurpati dai signori. JI movi• mento ebbe successo riuscendo anche a vincere le elezioni amministrutivc. Ma ad un certo punto il prete« populista» abbandonò i.contadini, si fece a<lollarc come figlio dalla Marchese Gilardi. di cui divenne l'erede, :,equi. stando anche il titolo di marchese. I ,·ont:idini abbandonati si rivolsero allora ad un altro « di/f'n$ore <Id popolo )1 - laico <1uesta volta - l'on. Raf(aele Dc-Caro, al quale affidarono la difesa della causa contro gli usurpatori, .Jna ad un tratto anche quest'al– tro 1( 1x1fodir10 dcli" gi11sti:ia >} abbandonò l'impresa acquistando - se 11011 andiamo errali - circa 70 tomoli della marchesina Pol"erc, ehe poi ha ri– venduto durante l'ultima guerra per circa sei o sette milioni. Due tradimenti consumai i ai danni del popolo di Pago, che son costai i :ilb. maggioranza della popolazione la condanna alla miseri::, cd alla fame. Tremenda e terribile rt'sponsahiliti'1 cli uomini, sui quali pesa la male– dizione di un intero paese! Chi giunge 11 Pago a\1\'erlc subito h, clcsoh1zione dell'amhienle, la tri• stczza dell'unica via su cui si affacciano le case spoglie dei lavoratori e '" bottcguc.-eie squallide dei piccoli commercianti e degli artigiani poveri, che fanno la fame in conseguenza dell'infima capacità di ac<1uisto dei lavora– tori, specialmente dei braccianti i quali non trm 1 an-::lolavoro nel paese sono stati coslrelli quest'anno a Jalci<treil grono per 125 Lire ol giorno! D'altro canto le condizioni generali del paese sono disastrose. Non c·è :,equa, nè edificio scolastico, nè strade pratieabili 1 nè fognature. Di lavo1·i pubblici non c'è nemmeno il rieorclo a memoria d'uomo. L'ac<1ua bisogna andare a prenderla ad una sorgente lontana un 4•hilometro dal centro abitato. « Pago è un paese morto >1 dicono gli abilauti. Eppure questo non ò in realtà un p:.ese senzn risorse. Oltre alla fcrtilit;'1 ,del suolo esistono ricehezzc minernric non sfruttate. Durante la guerra ]9)5-18 alcuni prigionieri austriaci, che lavoravano nel fondo del marchese don Orlando, scoprirono a :fior cli terra un giuci• mento di scisti bituminose. Il Marchese promosse una improvvisata sociclii mineraria, la <1uale pro,•vidc :.Ila costruzione di una fornace in mur.1Luru, che entrò in funzione per qmdchc tempo. Ma di lì a poeo sospese l'a1tivi1i1 perchè gli attesi finanziamenti governnti,,i 11011 arri,·nrono mai. 222
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