Volontà - anno IV - n.3 - 15 settembre 1949
quello della sua comprensione. Sia– mo Ol'mai alla Chiesa una, santa, cattolicU, ctpostolicll, romano. S. Tommaso d'Aquino, poi, !fissa la t·critù nel dogma. E lo fo, come al solito, crislianizzando Aristotele ~mchc in <1uclla che era la sua es– senziale <·oncczionc politica, secon– do la quale, appunto, lo Stato non doveva scn,irc che ad aiutare il cit– tadino a raggiungere la vera felicità. Ma la t,-erctfelicità <'he cos'era per S. Tommaso e per tutli i cristiani, che cos"è, se non la grnz.ic, che san– tifica e ti otssicura il bene eterno al• travcl'so l'opera della Redenzione? E la Chicsat addetta appositamente al compimento di tale opera, clic cos'è se non lo Stato per et:cellen– za? E che cos:1rimane allo Stato ci– vile se non sollomctlcrsi allo Stato religioso e fungere da (( braccio se· colare>, devoto ccl ubbidiente? Am– messi i principi, nulla da eccepire: In logica è ferrea e sincera. E contro di essa invano cozzeranno Pietro Val– <lo, Arnaldo da Brescia, Guglielmo Occam dei Minorili, Wiclcf, Giovan– ni Huss e tutti gli altri noti e men noli eretici. E l'Alighieri per aver parlato nel trattatello « De monar. chia >l di coesistenza dei due poteri universali, costruendo così il sogno utopico della monarchia imperiale, 6arà considerato un semi-eretico. Quella di S. Tommaso è una Io• gica che si traduce nei faui con In– nocenzo III, Bonifacio VIII e, per non citare altro, con la Controrifor– ma, che nel Concilio di Trento, por– ta al t:-ionfo del partito del papa nel– l'interno della Chiesa ove esisteva– no tendenze ... democratiche, e fuo– ri di essa rinno, 1 a, per mezzo <lella Spagna di Filippo Il, dell'lnquisi- 134 zione e della Sacra Rota i nefasti dd pili oscuro mcdioe,•o. Anzi, se ben guardiamo, la Con– troriforma costituisce il ponte di pas– saggio di una tradizione teocratica che 1>olevaspezzarsi e che invece si continua fino ai nostri tempi, seppur differentemente tramutandosi, secon– do le cin::ostanzc c le convenienze, in forme di manifestazioni effettuati piì1 o meno radicali. I pensatori cristiano-cattolici o– dierni, non ci insegnano niente di piii di quello che ci hanno insegna· t.o un S. Agostino, un Gregorio VII, un S. Tomnmso d'Al!,uino. Le lettere episcopali del cardinale Schuster, le encicliche di Pio. VII, le prediche di Padre Lombardi sono delle ripeti– zioni, non mai dei seri ripensamenti. Tutla I.i difficoltit della loro arte è nell'incastrare il ve<·chio nel nuovo, in modo Che ai supcr,ficiali non ap– paia un ritorno al passato. Così se si inquadra nella teorica religiosa attuale la moltitudine elci prodigi, dei miracoli, delle allucina– zioni individuali e collettive; l'al'· cclerazione dei processi di beatifica· zionc e santi.ficazione; la febbrile al• ti,•iti1 d·ei curati fra i giovanetti del– le loro parrocchie; k continue feste con giuochi pirotecnici e processioni. alla penombra sugge3tiva del ,,espro; la mente ci si allarga e diamo ri· sposta a tanti pcrchè ch'cran rimasH sospesi in aria. Sotto questa luce acquistano uno speciale significato la politica del Go,•crno democristiano e quella col– laterale degli organismi sindacali dello stesso colore, le manHestazioni di •Piazza S. Pietro, i vari Congressi. Eucaristici regionali e pro,•inciali. Se si pensa poi, fra l'altro, che nelh
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