Volontà - anno IV - n.3 - 15 settembre 1949
'1J('iadegli creai - gli apostoli, cioè il primo nucleo della ruturu Chie– sa - perchè attuino i disegni ., del.la Provvidenza; durante il ciclo ascen• sionale della storia, la Chiesa - « Cillit di dio» -, mediatrice della Grazia che dispensa, 1 u il creatore, dovrit lottare contro la città dei re• probi: lo Stato; la lolla si chiuderà col trionfo di quella e si instaurerà così il regno di dio nella terra, cioè la teocr:.izin. Esaminiamo l'opera di Gregorio VII, l'ardimentoso Ildebrando, mo• J1a,:o di Cluny, che si era fotto han• ditorc dell:.1 riforma dei costumi del dcro. Egli ,•ole,,n ricostruire lu Chit>• sa sbandutu e dispersa nellu conr~– sione di multipli chiese nuzionali re• ,gionali provinciali metropolitane, runeslata dai numerosi tarli delle eresie, per a\'erc un sicuro strumen– to difon,.ivo nella lotta contro la mas– sima autoritì1 civile dcll'XI secolo: l'Impero. A ciò si adoperò prima •1·01 pensiero e poi co11l'azione. Ave• ,,a bisogno di un testamento scritto -4.:Jtedesse valore giuridico alla pote– stà papale e lo trovò negli Evangeli. « Tu soi Pic1.ro " sopra <111esla pietra l'c/ificherò I.a mit1 Chiesa». Ma tale fra.;.cnon bastava così, nuda e cruda. 0l't.:orre\'a una spec.:iale interpreta– zione filologica che ri[erisse « e1uesta pietra» u (J>ietro 1 connessa a un~in• terprctazione storica, con alquante 1Jrove valevoli quanto le contrarie, che affermasse essere stato Pietro \'C• scovo di Roma per ben 25 anni. A tali inlerpretuzioni si attenne. Ne de– rivò che « solo la Chiesa Romana è stata foriclaw dal Signore » e che perciò (1uestu « è la madre di tutte I.e Chiese della cristianità e a lei ,lebbono professarsi inferi<J'i le al- lrc.,, e che, antora, « la Sanu, Chie– sti non esi.ste che pel />Otl t.cfice. sic– come questi non esiste clic 11erDio». Ma Gregorio non pote,,a fermarsi qui. La steHa logica, ammessi i prin. cipi, e la necessiti• di ~ah:.t~uurdare la indipendenza dellu Chicsu contro l'in\'adenzu dcll'lmpero, lo portava pii1 oltre e t'ioè ad affermare la su• premazia della Chiesa sullo Stato. A questo fine gli veni\'a incontro la stessa "a lutazione escatologica della vita. Ammesso dte la società umana non ubbiu altro scopo che di cerca– re e battere le vie dell'eternità, era inevitabile che il pontefice stesso di– \'enisse il sommo moderatore sociale della vita umana in tutti i suoi :.aspet– ti. Ogni altro potere de,,e soggiacer• gli come mezzo. La. legge divina cd eterna dc\·e pre,'n I ere su quella u– mana, la Chiesa sullo S1:110.A tal propo!ito egli <licc: fC Dal Vicario di C. Crist.u fu (/aw e1i principi la spa– dt1. la quale siccome cosa 11,nanr, r rmtter~,le è soggetta al cust.oc/c d.c.l.– lu re.ligione, al mandatario del Crea– tore eia cui procede og_nj legittima. twtori1à ~1,/Ja terra e sen::;a le, grazia e/e/. <1uale 11011 sono i re, 110,1 le ria– zior1 i, no,; gl.i incommensurabili S/XI• zi del firmamento. Sovra fo catteelra di S. Pietro e il pontefice massimo e/ella S. Chiesa sta solo il lru110 clcl– f etcrno e il 1,-essillo della Reden– ziorie >>.- A tetto questo uggiungc– te che e<Chicsu )}, secondo un'intcr. prelazione ieri cd oggi comune, vuol significare non solo il complesso ec– clesiastico profossante, ma tutta l'u– munità credente e che, perciò, ca· rallcrc prec.:ipuo della Chiesa è l'uni• versalità; cosicchè tutln l'wnanitì, potrà essere il contenuto della sua estensione, ogni .ittività della ,•ila 133
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