Volontà - anno IV - n.3 - 15 settembre 1949

10 Agitcn.io11ca. 1 ·n. 6 - 19 aprile ]897; « Ancora sull'indiuidualismo Jl 'in Agitazione num. un·ico - 25 aprile 1897). Dopo a,•er escluso ogni riferimento .agli « individualisti nei mezzi » e dopo aver liberato il problema da ogni equivoca interpretazione termi– nologica, Malatesta passo a criticare le tesi delle due scuole individuali• ate: quella liberista e quella comu· .nista. I liberisti, anche in campo a• ·narchico, sostenevano In distruzione dello Stato ma al tempo stesso di– fcndernno la completa libertà di -commercio o perfino 10 libertà di ·zecca, la proprietà della terra a ti• tolo individuale etc. All'obiezione che, ammesso Pindi• "Viduoautonomo e la sua assoluta, il. limit:1ta libertà ne deriva nuovo an· tagonismo, nuova concorrenza e quin• di ancora oppressione e ~fruttamcn• to, gli individualisti-liberisti ricorre• vano alla « ,wwra >) cercando <li di– mostrare, con Pausilio di trovale scientifiche, la possibilità di realiz– -zarc un accordo naturale fra gli op– posti interessi, al pari del mondo a· '8tronomico, vegetale e fisiologico, se• condo particolari leggi di simpatia. Cli individualisti comunisti invece accettavano oltre la distruzione del– lo Staio nnche la ,fine della proprieti1 privata ma rifuggivano dalla orgnniz– -zazione economica della collettivit..1., invocando a difesa delle loro tesi un fantastico principio di « nrmonia ». Su questo piano essi si avvicina• vano agli individualisti liberisti. fo. fatti gli uni e gli altri nel momento in cui a parole dichiaravano decado· ti lo Stato e la proprictì1 privata, in cffelli fondavano le premesse della loro fatale restaurazione. Malatesta sviluppa un approfondi– ta critica di tutte queste idee spo• stando l'accento dall'individuo sulla società cd opponendo ai giochi lette• rari sulla spontaneità e sulla simpa· tia l'istanza della organizzazione so• cialisln nel campo d'ella produzione, del consumo e della circolazione dei beni. La sola condizione su cui bisogna in~istcre, se<:on<loMalatesta, è che qucsla organizzazione (oggi diremmo pianificazione.) sia cspressu dall'intcr .. no e non imposta dall'esterno, sin il risultato di un contributo tolleuivo e non una formula astratta dettata da uno o eia pochi. Dopo aYcr mosso <1uesti appun1i critici all'indi,,idualismo, Malatesta lrnHn positi,•ament.e del problema dell'organizzazione in tre dense pun• tute (L'organiz:azione in Agilazione 4 genn., li giug., 18 giug. )897). Nella prima parte torna ad insi• stere sulla << organizzazione ;" gene– rale come principio e condizione de/. la uita soc.iale, oggi e nella società futura » e amplia gli argomenti già s,,iluppati nei pre<:eclcntiarticoli sul. l'individualismo; nella tcrzn parie tratla dcli'« orgouiz::.azi.oric delle for– ze popolari e special.mente e/clic m.as . se operaie />erla resisienw contro il governo e contro il capitalismo » (abbiamo gil, attinio materiale d·a <1ucs10articolo per i capitoli prece• denti); nella seconda parte, cioè in quella centrale, illustra il suo punto di vista sull'organizzazione ~pecifica. I principi fonclnmeutnli dell'asso. ciazionismo malatestiano si possono riassumere: I) Il mo, 1 imcnto an.irchico in quanto « insieme di indit:idui che 181

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