Volontà - anno IV - n.3 - 15 settembre 1949

stato priC1ilivo non rappresentava nessun ,·antaggio nel la lotta per la vita e che si vede comparire, sotto forma di tenlativi di,•ersi della na– tura, in parecchie generazioni di ani– mali ncllu stessa epoca geologica. Ciò che Darwin non ha visto, ciò che mancavu alla spiegazione dcll'evolu– zio.ne . è stato \'isto e dimostralo da H. dc Vries. L'c\•oluzionc ha proce– duto a sbalzi distontinui, con bruschi t·ambiamenti ('OlllC se ne possono os– servare <1ualchc volt:.1. Questi cambiamenti bruschi, che appaiOno in un imli\•iduo quando nien1e delle gcnernzioni precedenti lo facc,·u prevedere, è senz'altro e– reditario senza aspettare la confor– ma dalla lotta per la \'ila o dall'uti– lità funzionale. L'adattamento alle condizioni della vita può intervenire ulteriormente per perfezionare il nuovo carattere; la selezione natura– le può agire ordinan<lo la soprnwi– vcnza o l'estinzione della nuova spe– cie, ma spesso il mutamento non rap• presenta nessun vantaggio immediato nella lotta per la \'ila. I mutamenti che osservano i genetici sono in gran parte <·asi di maiali o di anormali, qualche \'Olta di morti. Ma può darsi <:he le \'ariazioni utili siano state me– no rare nelle epoche geologiche ed anche se sono state sempre eccezio• nali il loro numero ha potuto accu– mularsi nel corso dei secoli. Qualun• quc cosa sia nccadula, ciò che noi conosciamo ull'ora attuale con l'os• serrnzione o l'esperimento, il solo fenomeno che permei.te di spiegare l'evoluzione della specie è il muta• mento. Ma permelle esso di spiegurlo èomplelamente? Tutt'altro~ Gli al• luali mutumenti osser\'ali sembrano accidentali 1 forluiti in rapporto al lo• ro momento conosciuto di apparizio– ne per l'estensione il senso e ruti– lità dei cambiamenti che essi porta– no. Nell'evoluzione, al contrario, ri– tro\'iamo dei cambiamenti successi\'i separati da migliaia di anni, ,1ua che concorrono \'Crso un risultato come premeditato e che danno l'impressio– ne di un fenomeno se uon continuo almeno progressivo. È così che ne• gli equini si 11uò lracciarc l'evoluzio– rui dei piedi come un'atrofia e una scomparsa su<.-cessi\'a delle quallro dita, falange per falange, per arriva· re alla struttura attuale del piede del cuvallo così ammire\•olmente adatta• to al la <·orsa. La gcnelica è la scienza dell'ere• dità, cioè lo studio del modo di tra– smissioni" dei caratteri ereditari. Nessuna spiegazione dell'evoluzione può essere valida se non tiene conto delle ac<1uisizioni della genetica. Q. gni evoluzione artifici.ile, il miglio– ramento delle specie animali o ve– getali utili economicamente o il mi• glioramenlo della razza umana (cu• genetica), deve fon<larsi su di essa. Sebbene Mendel, un monaco di Brno, pii1 di cent'anni ,fa ne avesse scoperto le leggi foudamen1ali, i suoi lavori furono dimenticati fino al principio del 20.mo secolo e non è che dopo i lal'ori <li Morgan che la nuo1•a scienza ha preso una spinta pili forte. Da allora, centinaia di scienziati di tutti i paesi del mondo "i !-i sono consftcrati per confermare cd estendere le sue leggi e trovarne le applicazioni pratiche. Questa scienza, sebbene nuo,·a, ha ugual– mente interessato i teorici ed i po· lili(•i. I nazisti hanno già tentato .di 165

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