Volontà - anno IV - n.3 - 15 settembre 1949
delle di\fcrse situazioni nelle quali d è necessaria una presa di posizio– ne del tutto distintiva. Cominciamo dalla 1>ratica delb ron/"ssione, e poniamo di rilro\'an:i a un nhro 18 aprile. Mille casi t·i por– teranno a ,·onoscenza che il prete, non iiolo dul pulpito, tenlerit di pie– gare Jn volontà dei fodeli a un ,,oto clelli\'0 1 11111 d1e si servirà dello ste.:– so 1·011fcssionaleper suggerirlo o per inculcarlo come un debito da pagare alla Chiesa. I ,,ili diranno: la con• fossionc è un'ollima cosa se limitalu al dominio dello spirituulc e una pes~ima frode se evade nel òominio politico; e :tfzeranno alte le grida <li protest:t. Ma noi non faremo altrçt– tanlo. Noi diremo che la confessione in sè e per sè, nell'uuo, è una mc-• nomazione mostruosa dell'umana di· gniti1, Co:iì pc-r l'opera d'assisten:a Jl('lll diremo che essa, da qualsiasi p•ir-tr provengu, è apprezzabile purchè non ,,cli in1e11zioni di ricatto. Giì1 il ri– ,·,1tto f'.è sempre stato. Non si dà null:i per nulla. E non giova ricor– d:m·i che l;i Chiesa Pha nobilit.atu nel suo simholit·o gesto e nel suo crfeui– vo vulorc, c·hiunrnndola clrnriws. Per- 1·hè, l'OSÌ fa,·cndo, si è orpellato di suntitì, uu gesto che, sin dai pili re• moti tempi che la storia ricordi, è sempre rientrata nel calcolo di :issi– curazione «:Oniro il furto, la <lelin– tp.ieaza. le agitazioni, le ribellioni. ]n piÌI 11011 si dimcnlid1i che del– l'assistenza la Chiesa ne ha fatto una industria lucrosa, specie nel mondo harbnro del medioevo, in cui, ren– dendosi intermedi.aria fra benefotto• ri e bencfìcinti e depositaria delle in• genti donazioni, nssicura\'a prima :t se stcs.:a la... carità, secondo il prc- t:ctlo c·he<licc: «prima $ibi clwritu.$-,,. In ultimo si noti che l'assistenz:i. quando non ha fini lontani e quan• do non è un uppalto indu.s.triale, può a\'ere St.:opidi propugunda ed è ,·er– to, 1Hirtroppo, ·un formidabile slru• mento. Per limitard 11ll'oggi, si pen– si che l'UNRRA primu e l'ERP poi, si sono servite del Vutii·ano, rimet– tendo in auge un prestigio papale d1c la guerra U\'C\'n fortemente scosso. Ma, a p:1rte tutto <1uesto 1 l'assi– stenza, come la t:onfc?<Sione,seppur per un uhro verso, menoma e i1wi– liscc la dignità dell'uomo e giustifi– ca e pcrpelua la spere<1uuzione so– t:iale. Altrettanto può dirsi a proposito dell'iuscgnurnento religioso o dell'in• vwJenza dei prcll 11cll11 scuolu o del– la prevalenza, nei libri di testo, del– l:1 loro propria com:ezione di vita e di co~lumc. Qui però non b:1sta la semplice critica, lo strappare ,·elari d"ipocrisiu con documenl i, slatisti– chc, citazioni. Già in una le1tcra publ~licat.1 in f)uesta ri\'i-.ta il 1° gennaio 1948, prima del Co1wegno N:1zionale di Ca– nosa, si <licevu a proposito di questo problema,: << Nel C(lmpo delle scuole i• nostro compito "'Berci contro il prepotere morillmtc- dei preti, senza dimenticare che ultri vorrebbe surro– garvi 1111 t>rcpoterc analogo dello Sta– to. Promuoucre associa:ioni cli geni– tori e maestri, agitare i problemi, del– l'i11scgname11t.o e clcll'cd11ca.:.ior1c collaborarr ut.l esperimc.111idi nuovi ir1diri::i pcd11go&ici in !enso liberta– rio, spingendo ~rso il pot.c11:iumc11t<> clel.lr scuole libere, <tmministrate sol– tanto du coloro che vi chm110 il. loro lcworo e vi ,mmdario i loro figliuoli)>. Io non ho che d11rinnovare le pro- 141
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