Volontà - anno IV - n.2 - 15 agosto 1949

<1ucsto sta tutto il principio ciel co• monismo. Se c'è pof'o nou ci sfor– zczremo, in comune, di produrre di più ma non i> una ra~ione pcrchè ecrti privilegiati prelevino più degli ahri sui magri beni esistc~1ti. Al con– trario lo spirito 1 di solidarietà cd il sentimento di giustizia debbono ri– mediare il pii:1 possibile alle difficol• là esistenti. Il collettivismo, l'OSÌ com'è slalo conecpito fino ad oggi, suppone lo impiego di un mezzo monetario. Po– trebbe, dunque, sembrare che Ro– ('kcr si ricongiunga a Malate!-ta. fa non è del lutto esatto. na delle ragioni per le quali ab– biamo generalmente respinto l'im– piego del danaro in una società so– t.'ializzata è perchè esso f'i aJ)parc i• ne,·itabilmente legato ad una forma qualw1quc di salariato. È sotto que– sto punto di \'ÌSta che Kropotkine ha scritto il suo capitolo intitolato: «Il salariato col lcttivisla » Ile {( La cou– qui'-la del pane)). TI dnuaro, o il suo equivalente - buoni di scambio, buoni di lavoro - ent una retribu– zione per lo sforzo fornito o per la produzione apportata, indipendente– mente dai bisogni di ciascuno, e so– pratutto indipendentemente dai cari• 1·hi cli famiglia di ogni lavoratore. T carichi di famiglia degli uni e degli altri non f'Olltavano e gli inabili al lavoro dovc\'ano rif·orrere alla cari• tà pubblico o prirnta. L'uso del danaro cvoca\'a tutte le inéustizic. Si poteHrno aggiungere altre ragioni, meccanismo moneta– rio. stabilità finanziaria. fissazione dei prezzi clic ho io stesso cspo~to altra volta )) 1 ). }fa a quell'epoca non avevo anco- 1,1 afferrato l'immensa complessità della vita sociale moderna. La sem– plicitì1 'dei gusti e la modestia delle risorse degli ambienti nei quali aVl'• vo vi<:suto mi davano della vita so– ciale una visione che è cambiata do– po. Si può parlare dj eomunismo primitivo 1 il solo esempio di comu– nismo ehc noi abbiamo. (ad eccezio– ne di quello degli lncas, organizzati autoritariamente cd in gran parte frutto della penuria di risorse delle popolazioni peruviane). Ma nella vi– ta primitiva il ·numero degli alimen– ti e degli oggct1i usuali, cosi come quello dei bisogni, sodo es1rcmamen– tc limitati, Si può parlare di comu– nismo senza danaro, nel circolo li• mitalo di certi villaggi PO\'cri di Spa– gna a condizione di non uscire da (fùesto circolo come, senza dubbio, di quello dei villaggi dell'Arrica del Nord, dei Balcani, perchè la pover– tà genera la sobrietà e la ,•arietà di alimcnLi e di ,•estiti vj sono poco !1umerose e la maggior parte dei pia– ceri della città vi iSono sconoseiuti. In tali tondizioni è facile orga.niuare la vi1n cd il razionam~nto s'impone da se stesso. Mn il problema è ben diverso nei paesi nelle regioni e nelle città con una civiltà progredita, in cui le sole varietà di articoli di profumeria, di marocchinecia, di articoli clotnci,tici CC('. si contano a centinaia. G. LEVAL 1 ) « Preci.,ione,. tiObre el ,m:irquismo 11 • B:irrelon:a, 1936. 117

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