Volontà - anno IV - n.2 - 15 agosto 1949

meni i si s, 1 olgc, ano 5cnza che essi ccrt._>asscrodi modificarli, di domar• li. di cmnbiarli. La realtà della stuttun.i sociale: banche, proprietà, Stato, privilegi di ogni genere, erano denunciali certa• mente, ma niente era tentato per spczzurL.1 1·011 la forza o per sostituir– la con la costruzione di organizza– zioni collettiviste. Questo è vero per il movimento francese, cd anche per le corren1i pili deboli d'lnghihcrra, del Belgio e della S"izzera. Coloro t._>he al contrario punlavano sulle conquiste della tecnica per fo- • cilit~irc il progresso umano rurono rapidamente delusi. Oppure diven– tarono i prigionieri di questa stessa c,oluzione. L'azione quotidiana 1 non illuminala da prospettive lontane e da una visione d'insieme della evo– luzione, si perdeva nelle sabbie d~– gli interessi corporativi o uel vano sforzo <li sostenere le iniziath•e de– mocrntiche borghesi. Considerando il proletariato l'Ome il successore ine– , itubilc clclln società capit:di:.ta con• cbnnula, lo sforzo della ha:.c scmbra– \a clhcntarc, in grande parte, inu– tile. . Quando si arrivò alla couslatazio• ne. sempre pili netta, che la succes– sione potc,a essere assunl;1 du una nuova da:1sc sfruttatrice, la delusio– ne fu brulalc e fu ncce~sario ammcl• 1c1·c d1c bisognava ripnrtirc eia ze– ro. nonostante l'apparente forza di una buro1·razia complice <lei tecno• nati in nsccsa o di reti corporative inlcgrntc riel -sistema cli clistribuzio– nc c:1pitalista. Possiamo, così, affermare d1c il modmcnlo anarchico, sebbene si iiin sbarazzato di tutte le illu~ioni sul Hl• lore della democrazia borghese. è stato. tuttavia, \'ittima del sislema. Da una parte attribuendo troppa im– portanza alle manifestazioni esterio• ri della sua propaganda e climenti– rnndo l'inutilità relativa di tutta !'al· ti\'ità che non s'attacca alla struttura e alle basi della societù. Oall'allra parie rimanendo aderente troppo pi· grnmente a degli s<•hemi t·orrclativi all'epCH·a della demot'razia borghese, senza ~cguire abbastanza da ,•icino l'e,•oluzione delle forme societarie stcsse 1 dietro lo schermo di fumo dei giochi parlamentari. In altre parole, il movimento non è stato abbastanza positho, così co– me non è slato suffit·ientmcntc rcn– lizzatore. L'evoluzione intcrnn delle organiz– zazioni operaie lo prova, Esistono ancora delle assemblee generali, del– le commissioni csecuti\C. dei comi– tati di controllo. 1i\1a chi è in buona fede non può negare che il potere reale nelle organizzazioni operaie appartiene a una oligan:hia buroeca– tiL·a. parente della ternocrazia che si rhela nell'economia, la quale si lro• \a segnata dai nuovi modi di produ· zionc razionalizzata e spt•zzcllata al massimo, ma coordinata da un nume· ro ridotto di cel'velli. E la farsa de– mocratica ì, esercitato le sue cli~tru– zioni in seno alle organizzazioni o• • peraic perchè il riflesso delle slrut· ture eociali non polen fermarsi sul– la soglia dei locali operai. S"inLrodu– t·eH1 con facilità grazie ai lm•oratori stf'ssi avidi di sicur<'zza. Ma grazie. anl'i1c. al rifiuto, da parte dei ri– voluzionari in generale e degli ,mar• d1it"i in particolart•, di lcutarc di al• l;w('arsi alla .:.ostiluzionc o trasforma– zione delle stru1tu1·t• cconomklw Ti

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