Volontà - anno IV - n.1 - 15 luglio 1949

. immediato di futuri padroni: chiun– que l:l postuli comincia col dire agli operai: \'Oi non avete coscienza di classe, eecovi Ja ricetta. Percl1è dun– que donei r.ipetere anch'io <liscorsi di cc classe )1, invece di parlare da uomo ad uomo - liberamente, senza intenzione di farmi seguire nè di se– guire ahri - ai miei ,•icini di la– voro, operaio tra operai? Credo con ciò di mantenermi nel mio generale orientamento :marchi• co. di contribuire cioè a determinare attorno a me «Lensioni di libertà», quellè « tensioni » derise da chi co– nosce la vita sopratutto nelle clas– sificazioni libresche, ma che tra gente \°Ì\ a esprimono volontà individuali e di gruppo b.:n reali, la sola operan– te rea hà che non abbia in sè anche il germe dell'autorità . .,. E mi sento in buona compagnia. Bakunin si separava a suo tempo da )farx: proprio per il suo implicito postulare una classe da illuminare e da dirigere dall'alto, anche se tal– , oh.:1 parla di « popolo>> e tah·olta anch'egli parla di «classe», com'io ne p.1rlavo trent'anni fa, in una con– dizione diversa <la oggi. Malatesta, per venire al più prossimo, ha sem· prc parlato assai poco di «classe» e molto di « popolo ·». K.ropotkin poggia sul << popolo» tutta la gran– de costruzione ideale con cuj ha cer– cato di rappresentare e la storia del pa~sato e le I cusioni del presente \'Crso l'av,,enire. Inohre, ,,cdo che oggi nei paesi in cui non ha potuto ugire ~I ,,eleno deformante del fasci– smo e del nazismo l'anarchismo è attivo proprio in posizioni che, vo– lendole definire, son a~sai poco ((clas– siste», son assai <1wn,mistc»: e do– vrei forse ri.fiutare l'aiuto dclb lo- re e5pcricnz:1, sol pcrchè non è ita– liana, dando \"ila ad un'assurda spe– cie di anarchismo nazionale? Ripeto, tra « classe » e « popolo » E,celgo il popolo. Senza d1e per questo mi si pos– sa mostrare in atto di scomunicare chi pensa diversamente, senza darmi arie di a,,er scoperto verità definiti• ve, senza citare grandi,filosofi nè mas– simi problemi - i massimi problemi che ogni generazione si ripropone in gioco eterno, e li risolve a modo suo in tante strade parallele e div'erse. Gli altri pensino e faceiano come par loro meglio: vh 1 a la libertà. Si dirù, sdegnosi·: semplicismo em– pirico. Invece, anche nel terreno del pensiero puro io trO\!o conferme per mc deJla "erità profonda di questo mio atteggiamento. Non si può certo ùcgare, nè io inlendo negare, che entro la socielit, allr;l\•erso gli infin.iti intérsecarsi di infiniti piani d'azione locali e nazio– nali cd internazionali, esistano grup– pi d'affiniti, - (< classi », se così si vuol chiamarli, con una parola clt1! ha un'origine mate.malica, assai a• slrall:t. La burocrazia, ad es., è uno di 1ali gruppi. Il clero, (:ccone ,un altro. Gli operai delle grandi indu– strie statizzate in Italia, eccone un terzo. Ancora i grandi proprietari di terre. I piccoli proprietari con– l.'ldini, i mezzadri, e simili. I con– tadini braccianti e o minimi pro• prictari e gli operai delle piccole indus1rie. J politici di profossione. Oggi, anche i dirigenti d'industria. Ecc. Si possono così separare nella societìt quante si \'Ogliono « classi », a Seconda del criterio che si assume come discriminante.

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