Volontà - anno III - n.12 - 15 giugno 1949

È ncccs~:irio, si dice, ch·cgli compensi l'immenso ,·uoto che ha nel cuore e nel éCn 1 ello, con il calore .fittizio generato da grandi discorsi dei capi, o ripetcudo "slogans >l 1·hc gli vengono somminislrali dalPalto. È certo che l'uomo comune, dentro di sè, ha dei desideri: senle ri– J:nuovere delle aspirnzioni nuove, sente il bisogno di un cambiamento della sua triste sorle: ma tutto ciò è confuso, è un balbettìO, impotente ancora, inca1>ace di dare un'espressione chi:lra a questo suo tormento interiore. Ed i politici 11011 l':1iutano con le loro parole. Gli <lii·ono che bisogna com· h:1llerc, d1e essi spO.!'>no le suo sofferenze e si batteranno per lui, ma in– tanto si avviano su unii loro strada, che 11011 è la sua, cd a lui chiedono di seguirli cd appoggiarli nei forti. Egli non capisce pii1 niente. È quasi fc• li(·C di ,:cntire d1c nelle par.tic (!Oreografichc, nelle adunale ()(;canichc, nella sonorilà delle belle frasi si spegne il piccolo lume che :-lava aci·cso nella ,sua coS<:ie11za.Ed c;;li non è più che « uno fra i tanti » e<l insieme agli altri :1.s<·olta,applaude, e rimane J>ronto a fare o non fare quello che gli viene dello da persone ('hc rii·onosce moho pii, « illuminale» di lui e dei suoi i·om p:ign i. Mai il 1 ,opolo corre 1anto rischio di essere ingannato, come quando si fa appello ad esso e gli si fa credere clic è libero di decidere del proprio desii no. In questo modo le ,,0Jonti1 rapaci dei pochi s'impongono alle molli– ludini e <1ueste 1100 servono pili cJ1e ad assecondare i dcl)jclcl'i ambizio~i di quei pochi malvagi o buoni, nelle intenzioni ,di partenza, ma via via sempre pii1 negatori dell'altrui libertà. · Qucslc cd .:il1re riflessioni pessimiste facc,·o qualche tempo fu a Pa– rigi in occnsionc di due grandi « manifesraziorii per In J"-tce ». Ma debbo dire che <Juellc manifestazioni mi hanno fatto <1uasi paurn. Mai. mi "Sono della, la pace è slala t:osì in perie;olo come in questo mo· mento in cui trova t:rnti :.w, 1 oc:1t i. li « Congresso Mondiale della Pace :n, lenuto~i alla fine <li aprile alla S:1le Pleycl, era organizzalo, come sappiamo, dagli st:tliniani. Era nalu• raie, dum1ue, i·hc denundassc in coro bct1 on:hestrnto t·omc fautori di guerra gli Stati del blocco occidentale anche se lrovava poi buona la guerra in Cina. Era naturale che dicesse: « il capiwlismo porte, i11sè lt, guerra come lo nube porta il fl!mpornlr. mentre lo Swto socialista non si è mai trovato e non può trov"rsi in posi:;ionc di Stato aggressore» (L'Hmnanilé 2•5-49) dimenticando così: ;i tacer d'ahrÒ, l'aggressione alla Finlandia. Con affermazioni cosi dogmaticl1c e così contrarie ai fatti, come far capire ai difensori della ti pace SO\'ie1ica »,chele cause di guerra non sono contenute nella loro formuletta sempHcista, ma che va11110ricercate nel cao~ del mondo intero, nella crisi di ch,iltà che è al disotto delle stesse crisi eco• nomichc di questo sC(:ondo dopo-gucrrn, nelle rivaliti:1 Ira tutti gli S1a1i (ne~uno escluso) e di tutte le Chiese, ugualmente insaziaMli di polcre, ne– gli irucres.si delle 100 o 200 famiglie e dei ]00.000 e 200.000 grossi gcran·hi 658

RkJQdWJsaXNoZXIy