Volontà - anno III - n.12 - 15 giugno 1949
vorn gli soltopose la sua idea per la e\•cntuale sistemazione della biblio· teca e <li lui stesso. E ricordo assai bene l'incontro. Per Nettlau indubbi:uncutc il pensiero Si facc"a vivo e scorrevole solo quaudo aveva la penna in mano: come ad es. crn anehc per Fabbr, J. Ct:wc e altri. Sapevo d1c co110scc\'a mohe lingue: eppure ebbi allora l'impres– sione, che parlasse con una certa difficohà anche la sua lingua materna. la tedesca, per quanto fossi avidament(' occupato a <ebermi » tulio quanto <licc,•a il Jnaestro (egli era veramente tale per noi) e ad osscn•are la sua figura. Era ulto, si vedeva che in altri tempi a\·eva d0\ 1 uto essere forte. Ma si 1rov:wa mal ridono, e il \'CSlito gli pendeva dappertutto come su un allaccapanni. •Moslrav:t d'avere attorno a 65 anni. Avc,,a un bel ,,iso, sep– pure devastato dagli :rnni e dalle privazioni. !Portava una barba grigia a punta e gli occhiali tenuti da un vecchio cordoncino nero gli dav:ino ve– ramente un aspetto dottorale. Si parlava in tedesco. Egli ci dicC\'ll dei suoi studi in corso; cd ogni tanto, piuttosto casualmente. ci raccontava di uo– mini e d'cl movimento nostri. Aveva una visione chiara della situazione del nostro movimento che la f;UCrra da poco terminata aveva devastalo e distrutto, del1e condizioni e delle neccssitù di sollc\•arlo. Ed esprimeva ,,alutazioni precise, chiare, vive, <::uuomini e cose e condizioni. In simili risconlri si ha sempre molto da dire e poco tempo per farlo. E quel poco tempo se111hrava scorrf!re ancor pii1 veloce del solito: tanto d1c alla ·fine ci si accorse di non aver detto quasi niente di tutto quanto si sarebbe voluto e Santillan nemme110 quella volta riuscì a presentare con cl1iarezza il suo progetto (che poco dopo. proposto pubblic:uncnte, riuscì '5olamcnte a creare un malinteso, per cui Nettlau si arrabbiò terribilmente e mandò tullo a gambe all'aria). lo ero poco pili che ventenne. Dopo quella breve intervista mi sembrò che per rillesso della grande figura del Nettlau, anche la mia fosse un po' più ingrandita: un poco perchè condividevo lf' idee di .un tale pcns:1torc, un poco, perchè i fotti e le ,fìgurc da lui ricordate mi sembrava i11uminas· sero meglio il ,mio cammino. L'l pcrsonalit:"1 del Ncttlau non era df quelle che awleinandole lasciano delusi pcrchè ei ritrovano minori dell'immagine che ci se ne era costruito. 'Parve allora a me che Ncttlau non poteva cs~crc che come lo vidi: uu uomo posato, nel <1ualc g1i entusiasmi cari alla gioventi1 erano superati, ,ma che tullavia la Fermezza di carattere la conoscenza e la profondità del sapere illumina,•ano in ogni atto. Ton accettava facilmente nuove relazioni, nè si confida,,a col primo venuto. Era molto riservalo cd estremamente <:auto and1c nel 1>rcs1.arela sua collaborazione: ·questo anche JJ<-rchè l'ra sempre sovraccnrico d'impegni che voleva .mantenere. Quando gli si do– mandava qualche scritto, e poteva farlo, domanda\·a sempre in qunle lin• gua lo si prdcrissc, perchè scriveva <:olla medesima facilità, correttez~a 650
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