Volontà - anno III - n.12 - 15 giugno 1949

a reagire affermando « scmpr<' uLtar,1,CIILC, pubb.licumen_U incessantcmerite i nostri. priricipi ». E in caso di eventuali processi non c'è altra via che quella di farne occasione di maggiore e più rwnorosa propaganda. La stessa ..:osa si dica per lo scioglimento dei nostri gruppi considerati come <t asso– ciazioni a dclim1~erc ». Guai .i subire l'intimidazione! Occorre invece as– sociarsi sempre più pubblicame11te, ostensibilmente; prendere dove è pos• sibilc pubblici locali, pubblicare sui giornali il programma e gli indirizzi dei nostri gruppi, circoli e foderazioni. Pcrchè soltanto cosi l'opinione pubblica \'edendo come gli anarchici operano alltt luce del sole si farà essa stessa coraggio e abbondonerà ogni pregiudizio nei nostri confronti. E così per il diritto alla parola: bisogna cogliere tutte le occasioni possibili per parlare e per farci :iscoharc. Al tempo stesso essere presenti do,·c fcr\'e la lo]!:t, su lui.ti i fronti do"e operano le mrisse lavoratrici. E ar1chc al domicilio coatto si può fore del buon Javoro migliorando la propri.i preparazione a contallo con altri compagni. Anche all'esterno si può fore il proprio dovere creando focolai di propaganda e di agitazione e raccogliendo fondi per -aiutare il movimento in Italia. « Noi siamo ,wmerosi, abbastan;µ, conclude Maialetta, I!_erchè,se tutti /011110 il loro dovere, le persecuzioni s,ara,ino impotenti ad arrestare il nostro cammi110. Per quu11to grande sia la rubbic, reuzi.onaria dei nostri. oppres– ·sori. essi 110n possono imprigio11are o deport-0re o costringere all'esilio che t111aminima parte di noi. A quelli che restano ~/>et.La pers,wder~ il governo ohe /e iclee non si con/11ta110 nè si distruggono coll'opera dei. carnefici». Dopo il caso Frczzi e gli arresti a <:atcna •Malatesta <lai ~uo nascon– diglio di Ancona delta l'articolo « Dircndiamoci » (L'Agitazione 22 mag– gio 1897). Dopo a,,er fatto un quadro sulla gravità della -situazione in seguilo alle ,,iolcnze governative in ogni parte d'Italia, fa appello a chiunque ha co· 8(·i1•nza, a chiunque ha dignitit pcrchè « cooperi in questa grande insurre. zie.mc morale s,e11;:,(L Ul quale ben presto 1saranno su,perute in in/aniia le più infami tirannidi che lt<mno afjlit,to il nostro paese :o. · « E gli anarchici, sia JX!r la di.fesa propria, essi. clre ~ono più. di. w.tti mi!rncciati e col"piti, Sia per il se,uimento ,ti. dovere e per il decoro del par• tito, debbono essere tra i primi in quest'opera». In particolare ai compagni egli si rivolge tentando di distruggere uno fra i più pericolosi luoghi <:omuni, uno dei maggiori difetli in campo anarchico: quello della megalomania ri\•oluzionaria: « Nessuno si. scusi col desiderio di. più grandi co.9C: ucss,mo na::.comla la sua igna1,ia col dire clie non scende in pia::::a, ... se non per mandare il nwn,lo a soqquadro. Il poco è meglio clre niente. M6

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