Volontà - anno III - n.12 - 15 giugno 1949
Si potrebbe pensare che non vi pote,,a essere via più democratica e :ldere.nli alle vive esigenze della scuola del qucstion_ario inviato dalla com– .missione pe.r la riforma della scuola a tutti gli inscgn,1nti. Ma temiamo mollo che <1ucsla non sia che vernice di democrazia, destinata a distruggere I.i genuina funzione democr:.iticu che la scuola dovrebbe essere messa in grado di assoh•crc. La scuola soffre soprntulto di un male: il tradizionalismo. Di qui le viete forme di disciplina, di autoritarismo (sin degli insegnanti \'CrSo gli alliC\'i che dei capi d'islituto ,,erso -di quelli), di qui un ideale cli cultura volta alla minuziosa conoscenza del passato, ad onta degli intenti rc:di della riforma Gentile, sopraffalli rapidamenle appunto dallo spirito dominante, di qui infine il ric-onoscimcnto di un'efficacia formativa solo :dia cultur.i classica. Chi sono i deposilari della sacra tra<lizione, i custodi del tempio contro i volgari profanatori che pretendessero introdurre nel regno etereo dello spirito e della pura cultura conturbanti novità, anarchiche rivaluta• zioni elci metodi scolaslici e sopratutto deprimenti consid'erazioni di natura ec:onomico•socialc? Sono quelli stessi a cui il referendum si rivolge per rin· novare la scuola: sono i prorcssori, in primo luogo, e subordinatamente le famiglie: gli uni e le altre esponenti proprio ,di quel mondo che andrebbe lntsformato. In cffelli un referendum, come og1:i :lltra forma di dcmocratic.t consul– tazione, presuppone almeno un'altcrnativ:1, che si propone alle coscienze e presuppone altresì una già raggiunta opinione in proposito, a cui non s:idt stata estranea un'opera di chiarificazione c di persuasione. Ora una l'i– forma della scuola implica <1ualche cosa di pili che la riproduzione foto· gnr6ca, proposlnsi dal refendum, delle alluali condizioni della scuola stessa. ossia dell'attuale coscienza dei suoi docenti. dal momento che il primo ob– bietti,,o da proporsi dovrebbe essere proprio quello di formare una coscienza educativa. Chè se questa fosse malura il problema E.tesso d'ella riforma si presenterebbe ben dh·ersamcntc: e che 11011 lo sia sta ad attestarlo lo spirito di supina e indif{erente rassegnazione con cui nella maggioranzu dei casi. si è risposto al questionario, ccrtnndo di mettere bene in rilievo lii \'Olont:1 cli evitare qualsiasi scossa tellurica e di rirn;rncrc nei sicuri argini fissati dall;,1 pili antica tradizione, opponendosi, ad esempio, e senza alcun tentati,·o di pili esali.i interprclazione, al priueipio tutt'altro che sciocco di una Stuola media unica, o, pc rmeglio dire, opponendosi t:1dove <1ucslo era con'-en1;1uco :tll';.unbientc~ come nei licci cl.1ssiei, rnn non nelle attuali scuole medie (solo un moncone, in verità, di quel che avrebbero dovuto essere) dove un giu– dizio neg:1tivo ~embra\la polesse mcllere in pericolo la posizione del Pre– side. Contene"a il queslionario l':tlternativa necessaria? Si, se es~a può ri- 1cnersi suffieientcmcnte chiarila da una domanda con cui si chiede ad esempio se « si ritiene opportuno d1c le islituzioni o lrasformazioni dei vari 1i1>i cli scuole debbano essere determinate csclusivamcnle o prevalcn- 608
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