Volontà - anno III - n.9 - 15 marzo 1949
-soddisfare, in modo oscuro e pauroso, il bisogno di giustizia da cui è pos– ·seduta. Chiunque abbia lcllo il libro sa che la pdma parte prende la forma deliberata di una apologia della guerra. Ed un tal modo d'aecoslare .i problemi è, in fatti, tipico di !Proudhon, e costituisce una delle caratte• ristiche pii1 originali del suo metodo d'indagine, che è in certo senso ,·era– mente socratico. Ma chiunque abbia letto il libro 6-.'l anche che esso con– ,clude nella dimostrazione che, seppure la guerra si può intendere e giu• stificare come una violc1ita ricerca di giustizia per la società, è pur vero che mai si può giungere alla giustizia allravcrso la guerra, ed anzi vi s'ar– riva soltanto mediante lo stabilirsi di rapporti ,,eramcnte giusti tra gli uo– mini e Ira le na~ioni, cos.iechè non ,,i può essere nè giustizia nè pace eccetto d1e in una libera federazione di popoli . .Mr. Schapit·o ignora tutto ciò. Ed il suo atteggiamento non sarebbe -compiutamente descrillo se non si dicesse che appena un paio di pagine prima d'accusare Proudhon come gucrraiolo, cgl i lo aveva accusato d'essere un traditore del proletariato cd· un nemico del socialismo perchè non ere· ,deva nella rh,oluzione violenta.... , Nello s1e~so libro, parlando al principio della Guerra Civile amet'icana. Proudhon afferma ncllamcute che tale « guerra di liberazione» non li– 'hcrcrà i egri, che nella migliore ipotesi essi passeranno da una form:1 di schiaviti'1 a<l un'altra, e che lutlo sonunnto sarebbe meglio per loro rcslar– sene sotto i padroni ciel Sud e lottare per la loro libertà allra,•erso il mi– glioramento e l'autoeducazione piulloslo che e~ere liberati dagli eserciti •del Nord. Si può, naluralmcnle non essere affatto d'aC(!ordo con una tale •opinione. i\fn se si conos<'e Proudhon non si può sbagliare circa l'a.ssun– zionc -su t"UÌ essa è stabilila, poid1è t,dc assunzione è essenziale per lui: dire o ammeuerc che l'uomo pos-sa essere liberato du qualu1H1uc apparato. ·.go\·ernativo od altro, è peggio che pri,·o di eenso. Secondo lui, l'uomo può essere soltanto aiutato dal ,;uo prossimo a liberarsi da sè, nel cono della ·vita in comune e del comune sforzo. Si può quindi pensare che Proudhon ubbia pet!cnto di g,encralizzazione afTretlala a proposito della Guerra Ci– vile amcl'il'an.i (bcnd1è io capisca che poca gente oggi sarebbe disposta ·a rieonos,·crc d1c egli :l\"C\'a ragione). Ma mr. Schapiro è, per quanlo io so, l'unica persona a cui è ,enuto in mente cl'accu~arc il grande crede dei "fìlofofi del 18.mo secolo d'essere « anti•Ncgro ». Quanto :dl'antisemi1ismo, l'accusa "di mr. Schapiro .si basa sul follo che Proudhon u~a diverse ,•ohe la parola << Ebreo» in connessione con i 'banC"hicri, la Borsa, il capitalismo finanziario, cd altri istituii della stessa s1>e('ic. Dopo Lullo, è un fotto che tale connessione non era del tutto ar– bitraria e priva di fondamento. :lfa, comunque, sarebbe ahrettan10 sba· gliato di da~sifi<·are Voltaire come • antiscmit.a-. perd1è gli ~piacern abba• stanza la Bibbia e <1uincli per lui la 1>arola «Ebreo» era. per tutti gli scopi prati('i, sinonimo di superstizione. D'altra 1>arte, non snrcbbe possibile negare che Proudhon Cl'a antifem– minista. Alessandro Hcrzen. che pure avc,·a per Proudhon inunen~a stima
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