Volontà - anno III - n.9 - 15 marzo 1949

la ,•it:.1 incomincia a ritirarsi, cd è per questo che noi ci riliriaruo da essa. Certi 1·ompagni, ritirandosi dalla propaganda, dall'azione, credono di es– sere dh·enlati saggi, di non pii1 commettere le follie del tetnpo iu cui erano ingenui, sl'i0t.-chi; ma è in <1ucsto modo c.he l'impotenza della vecchiaia vuole sempre farsi passare per saggezz:.1. Sì, l'amore è lo sforzo dcll:.1 vitn per essere nl di là del suo cs~crc. t·ioè essel'e nei fonciulli ai (Juali a\'l'emo cercalo di lasciare il meglio di uoi SIC8"Ì, essere negli indi,•idui che avremo conquistato alle nostre idee e 1•hf' <·i sopravivranno, essere, infine, nell'opera che 6arì1 tanto pili bella e fct·ondn <1uanto piÌI sarà l'csphssione di un'aspirazione piit profondamente umana e generale. Si, l'amore è lo sforzo della vita per potere di pii, della sua potenza. A d1e mi iòlen•ept-usare. sognare, sofTrfre, insorgere, se l'amore dei miei s:~nili 11:,•: Mnduce a danni? lo non sento ingrandire la mia forza, la mia ff'dt·. la mi:1 spcraoz;1, che dopo essermi dato, per potere comunicare agli alt·i uomini il .mio <>11lniòliasmo, le mie energie, i miei odii, le mie passioni. La no.~lra \'ila non !~UÙ raggiungere il suo completo s, 1 iluppo ec non è i:eal- 111c:11t· ,•issula per ~li ,1ltri; ma ciò, intendiamoci bene, non s1abilisce i•1 alcun 1,11,do una subordinazione qualsiasi, la necessità di una regola, .Ji una di,:,ciplina, pcrchè ogni dono im1>osto c~ssa di e6Scre dono; ogni sfol'ZO che non è spontaneo e cosciente è sempre sem:a domnni. Ecco la grande lezione dell':rnrnrc. Non iii polrebbe tro\'are un insc– g11ame1110pila alto per In vita. Che cosa dobbiamo foro, allora? Dobbiamo ,·olere le donne libere, 1anto Jibere quanto noi lo slamo e potremo diventarlo. Ma con ciò non intendiamo affatto abolire le <1u:dità proprie a ciascun sesso. Nello 8tcsso modo che noi non desideriamo una donna-maschio senza grazia, senza allraltive, senza bellezza e senza tenerezza, così ripudieremo gli uomini-femmine, sen~a fie· rczza, "igorc. decisione ed audacia. Ciò, che noi vogliamo, non è un'ugua– glianza assurda, ma l'equivalente per tutti gli esseri 1>cr lo s,,ilu1>po inte• gr:ile delle loro facolti,, dei loro doni, delle loro iniziali\'e o c:q>aciti,. Così, se è certo che l'uomo può dare prd'n, cli più forza, cli più dignili1?, cli un piì1 grande spirito di rh•olta, la donna avrà piit devozione, piì1 re• ei~tenza nella lotta: piìi coraggio davanti ai colpi della dortun:1. Chi di noi non cono~cc donne che compiono dei \'eri miracoli per crescere la fa. mi!;lia, o al capezzale d"un malato. scnz.a la5CÌarsi abbattere dalle situa– zioni più tragiche? In ogni essere tro,,iamo delle qualità naturali da @\·iluppnre immedia– tamente, prima di pretendere di fargliene aequislnre !lCr forza delle nuo,·e che non sono nella sua natura. Las<'iarno ai maniaci del ccntr:ili-:mo l'idea di creare un tipo uni(•O sul quule si modellerà l'intera umunitì1. Qunlc 1ri~1e mondo noi finiremmo di :n·ere, in <1ucl modo!

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