Volontà - anno III - n.8 - 15 febbraio 1949

1idi.1110la,oro produllho, il pcnonale dell'officina, dellu fuhbril"a. del mn· gazzeno; cd è il lavol"o comune, l'interesse comune contro il t·omune padro111• ,·apilalista. che li conduce ad agire insieme, come un unico solido corpo. È cosi che in queste discussioni e decisioni si ritrovano l'Oopcranti effelli• ,,unente verso uno scopo comune tulle le capacità individuali. le forze di t·arnllere " di nw111e di lutti i singoli la\'Ornlori, <'Eahalc e tese al loro ma~simo. Noi possiamo vedere negli scioperi sponta11ci il ,,rirwi1•io di un nuo,o orii•ntnm<'nlo pratico della classe luvorulril"e. una 11uov11lullica, il metodo dcll'uzionc diretta. Essi costituiscono la unica ribellione altualc dell'uomo 1•0111ro il mortHcro peso· vincolante del ca1>ilalc che dominn illnondo. I':: 1·crto d1e. essendo tali scioperi soprnlullo su pict.·ola .:-cala. in gran parie ,cngono spezzati, non hanno alcun succe6-So - sono semplici an·crtimenli di utessa in guardia. La loro efficienza prossima dipende clalrl'slendersi .1 masse sempre JHi1 grandi: solo il timore di tale indefinila estensione puù obbligare il capitale a fare concessioni. Se la pressione dello sfruttamento ea. pitulistico divenla pii1 vasla e pes:.mlc - del d1c possi:.nno essere cer1i - i'a· ranno sollcv11te sempre nuove rf'sistcnzc, e finiranno ,,cr 1·0111prcndere da,– ,ero grundi masse. Allora, quando la rcsis1enza :icquisli tuli dimensioni d:.1 dis1urln1rr- seriamente l"ordinc Bodal<· csis1ente~ l"iot, q,,orido i fovorntori t1Uflccl1crc,11r10 il cc,pìwlismo 11clfo s11t1 1,1'nt f'ssPriui. ftt J>mlrOncmu, s11llu Jabbric11, .allorn es.si dovranno u(ftonlarc la potenza dello Stato 1•011 tutte 1t_. sue risorse. Allora il loro sciopero dovrit assuuu.-rc un t·arullern politico, ed essi saninno portati ad allarg:1rc la loro dsionc so1·ialc. cd i c•omit:.1licli sciopero - in cui prendcrì1 corpo l:i loro comunitit cli 1._•lueSe, - assume• ranno pii, ,aslc funzioni sociali, prendendo il carull◄·rc di Consigli di la– ,oralori. Ed <ti/ora cominc('ri, lld "f>J><1rirc fo ri1:ol11=io11c socini~. la clis1ru• zion" del capi1alismo. Vi son ragioni per allendcrsi un lale s,·iluppo ri,oluzion11rio nel tempo prossimo, allraverso condizioni che ci ni:lll('1u•auo nel passulo e ci mancano luttora? Sembra c::hcnoi possi111110 indicare con qu:11,·hc probubilitit tali con• dizioni. Tro"iamo negli seri li i di 1\farx qucsla idea: un si,'llt.w1<1 di prod11;.io11<' 11011perisce /i11c/iè 110n abbiu suil11pp111c 11111e le sue po3sibilirà i,rnalc. Noi •·omint·i:imo ora ad accorgerci. per l:1 pcrsislenztt clcl i·apitalismo. t·hc , "è i11 quf'llu idea <1ualchc veriti1 pii., profonda di quanto ubbiumo supposto finora. Finf"hè il sistema capitalista puù alimentare e tenere in vitu le ma.:-~e della popolazione, esse non anerlono nessuna slriugcntc necc:isiti', di lihc– rarf:e11c. Ed è capace di riuscirvi fìnchi- può seguitare .i t·l'C$1'erce ad c&ten• drrc il suo reame sopra parti di mondo sempre pii1 ampie. Ne ,·onseguc d1c. restundo fìnorn mclà della popolazio11e del mondo al clHuol'i <l<'I ◄·:tpi1alismQ. il ..uo t·ompito non è finito. Le molte centinaia di milioni d'esseri umaui a111mussati nelle fertili pianure dcll'Asi:i orientale e meridionale ,,ivouo anrnru in ,·oudizioni pre•cupilulistichc. Perciò l'impres:1 c11pit11listica, spc• 1·inlmentc in America, può uncora prcsperarc cd <'sp:.rnclcrsi. finchè <1ucll1~ popolazioni possono alimentnrc un mcrcalo che debba 1•ssere pro, 1, 1 isto di IO(·omoli\C e rotaie, di t·amions, di ma,·ehine <' di offiei11c. f:.· per q11rs1o 426

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