Volontà - anno III - n.6-7 - 15 gennaio 1949
1111 capiwno, schit1vi sotto un 1irCl_11110. I pochi che c/cvo,w ':!,{mmlcrsi ,fo,,-c11- tm10 così i postori. , ct1pit<mi ed i C(lpi di (Jll<'Sli i:olen,erosi Sl'gu(lCi ». Le uiopic autoritarie hanno cercalo di dare pastori, capitani e tirarmi al popolo, Solto i ,ari 110111i di 5.11aclia- 11i. f,forcl,i, o scmt11rfli. Qucsle utopie cr~lllo progressiste in quanto mira,ano :id abolire le ineguagli:,nze c..:onomichc. urn esse sos1itui,,a110 all" a11tic;.1!!chia,ill'1 eco– nomica un' :.111':t schi:ni1i1: gli uo• mini rc~:n 1a110 d'essere schiavi dei loro paclroui o di chi da,,a loro la– ,oro, m;.1 solo per di,enlarc schia,i della ~:1zionc e dello Stato. La po· tcm:a dello lato è Fondata o sul po• 1crc moralt' e militar<', t:orne nella Rcp11bblict1 di Platone, o sulla reli– gione come nella Cristit11101>0li di Anclrcac. oppure sulla pro1>rictl1 dei mezzi di produzione e di distribu– zione, come in gr:rn 1>ar1edelle uto– pie del 19.mo secolo. l\'la il risul– tato è sempre lo stesso: l'individuo (' obblig:,to a seguire un todi("c di leggi od un comportame1110 moralt' 1·rcati ar1Hìcialmcnte per lui Le contraddi7.ioni implieite in molte utopie sono do, ute a <1ues10 orientamento autorilario. f coslrlJ.!• tori delle utopie si proposero di da– re la liberlìt al popolo: ma la libcr• 1i1 dle è data cessa d'essere libertà. Oiclcrot è !Italo uno dei 1u>ehi scrit– tori utopici l.'hc si è negato pedino il diritto di dc(•retarc c•he "ciosctino fuccit1 ciò che 1,·t10/l' ». L.:1 maggio– ranza dei c·oslrullori d'utopie sono irnccc decisi a rimanNc i 1>adroni nelle loro immaginarie comunit~1. Mcnlre afTenn:1110di dare libertà CS• ~i s1abiliS<'ono un codice de11:1~linto "he deve <'Sserc strcttamcnle osscr- 332 ,·nto. Son essi i legislatori, i re, i ma– gistrali: i preti, i preside11ti dcllc assemblee nazionali nelle loro uto• pie: eppure, dopo a\'N decretato e codifo.:ato cd ordinati matrimoni imprigionamenti cd esecuzioni, c.3si ancora affcnn:1110 che la gente è li– bera di ·fare ciò che ,,uole. È anche lroppo e, idcnte che Campunclla imrn:.1gimn'a tl"c:.serc egli stesso il Grande Mcl:disico della sua Città d('/ Sole. Baeon uu padre nel la sua C,m, di Salo111011e. Cabct il Legisl.1• 1orc della sua /rurill. Quand'essi hanno l'acutezz:, di Tommaso .More possono esprimere con molto spirito la loro se~reta a~pir:izione: « Non ill'tf' immt1gi,wrc come io mi se11- tCI trllsport(rto » èc•rivc nl suo amico Ernsrno 1< come io si(, crcsri1110 i11 Stltturu e porti il mio Cll/>Opiù erct- 10. d11 IJll(lfl(lo COSl<Ulll',Ut'llte m.'im– }'1Ugi110 11cllo 1x1ru: di sovrcmo d' Uto• pi"; di fatto mi figuro di cammina– r(' co,1 le, corona di spigh(• di gra,io sulfo testa, portcmdo11e in pugno 1111 fc,scio come ,mo scettro. vestilo d'1m SlliO /TllllC('SClUIO. servito dt1 1111 gro·~ {lr11PJ>0 ciel JJOJ>Olo di Am<wrote ..-. Talvolta QC(•orre irwcc:c c·hc altri mcllano in rilievo le incosistcnze del loro sogno: come <1uando Gonzalcs ne f,.,a Tcmpesw parla ai suoi com– p.igni della comunità ideale che vor– rebbe creare ncll:1 sua isola: « CoNZALES - Nella com1111it1iio vorrei tutte le cos<' fatte cri ro1,·cscio: pcrl'l1è 11011 ,muu<'tt.Cr<'i <rlc,"'aspecie di trcr/fici; nessr,11 nome cli mflgisrra. ti; le lctter(' 11011 s<rrebbcro conosciu– l('; ncssww ricchc:za. 11è povertà nè 11so di sl'rvi::.i; 11ess1111 conlrntto, t'· rcdità. Jro11ticrc. rccint.i della terra, co/tiv<nioni. vigneti; nè 11so lllc11110 di mcwl/i. grmuureo o i:ino od o-
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