Volontà - anno III - n.6-7 - 15 gennaio 1949

Sf! generale ». Cosi /,un finilo per rj. corr!!re allo Slalo, unico me::o per lr&ittimare daoo.nti alla na:ione il loro intacco riel/a proprietà borghe• sr e ,1ella libertà opert1ù,, Una dop• pi" ipoc!isiu, che Jw porwto i s11oi frutti. I « JXldroni » sono Stflti prt1• 1icamPnte spossessc,ti delle, dire:io– "" drll'ùnpreu,. nw il terreno che i prulroni abbundo11cw<1110 11011 è stllln ON11p<1to cfogli operai. Lo Stato ,.; si è insltllfoto in loro vece. li Sllfo• riuto è stato scosso nelle sue sre.ue fomhm1e11tr1 da una /olfo di lrggi .~oc.iuli.<lelle <111ali in sostm1:a lo la• to è il principale beneficiurio. Mu 110n perriò si è s11rrol{<1to al saforfo– ro lt, VPrt, scm:ionp del lavoro libe– ro. l,ung; dc,ll.'C1ssic11rarri11solido ui lavoratori lt, disponibilità ,n(Jfcrill• /,. r 111or<1lc del loro 1,woro " del loro pro~lotto. il sa1arfoto lw lascio– to postn ol lnroro sert'ifo. T_,c,sicu• rP:ut refotitl(t nelfo irrrsponsubi/il(Ì tolflle è cliuc,wla 1a regolu pttr tutti 11rlh, offir-ina. Il lavoro n,wrchirn lr, /rontc ad une, talr sl(tti::.c,:io• "" del movimenr.o oecrnio. fllcuni lcworMori (che bisogna p11r chicmw– '" « wwrrl,ici H, poichè <Jll<'Slo è il nom<' "11<' è st~1to loro scc,gliuto com" 11n olrra![gio, e che essi hanno fìcrct– m"ntC' rc,crolto e le1.:ato com(' """ bm,clicra) lumno affernwto cfo l11ngo ·,""'J>o urw r:olontà di ('t11tmcip<1:ionP rpt,f('. cioè fo L-olontà di ll<'crsso nl lm:oro orgm1i::alo libermneritc ,/c,i. hll'orcttori stessi di ciascurw imprc• Sll, di ciascunu loc.alità. cli CÌn$C1/11a i,rdu.Hriet. secorido il princi,pio del JXlrtO /eclcrnliuo. T·fo,1110 riaffermato i/ 1·lllorC' i11u•riralr c1;,1 fot.·oro rl'f!O• lc,10 coscientcmPnte <la c/ri lo com– pi~. come attir,·,tà sr1premC1 dell'uo– mo e m<mi/esra:ionc dellu sua esi– sten::.a udulra e virile. Nel 1872 il Co,1gresso degli Jnur– m,:ionalisti uriti-<mtorirari, riunito a S1. lmi.er , udott11V(1 s11 <JIH'Sto "rgo• mento (l/c1111t> ri.~ol11:ior1i signi!Jc,1· tive: Dicer,'Cl: « Il lavoro, se non è libcrnmcnl~ organizzato, è opprcssh•o cd imprn· dutti\'O per il lavoratore. Per <1uc– sta ragione, la libera organizzazione del lavoro è una condizione indi– .sp~nsabilc della rnrnn<'ipazione opc• raia». Ed ,mcora: « ).,'operaio pot1·ì1 essere cmanci• 1.)ato dalla oppressione secolare sol– tanto sostilucndo 11ll0 Stato - che ussorbc e demoralizza le forze socia• li - la libera fcderaziOnc dei grup· . 1>idi produzione. fondali sulla soli. daricti1 creatrice •· I nostri unte11uti ciel 1872, i primi operCLi mwrcl,ici. rompresero mirn– bilmcntc rhc /(I. rir:olu:ionc incl11• Strit1/e i11 corso non era un semplicr duello tra le, cfoss<'oper11i<t e fo clus– S<' wpit.alistic" per il possesso dei mezzi di prod11:io11c. Essi seppero già, scorgere 11c/lt, lou,, ancora nwl– ccrlll la possibilillÌ. d'untt conclruio• ne JXlrlicolurmentP ncf<1sla: 1' l/Ssor• bimento e fa ccntrali::.azione delle /or:(' sociali nrl/o Stato. rccfomuta chtll'nl« nwrxis-ta <lei mouimenlo O· J>Craio. Essi vicino nello solu:ione stc,tistcr della crisi rir,-ol11:io11ariadel– /o. socie1à ciò che rssa crt1 rc<rlme11• te: cioè il rist<1bilimento del. serrng– gio. Ed è per q11Psto che i congres– sisti <li St. Tmier posttro,10 In /n11d11• 32i

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