Volontà - anno III - n.6-7 - 15 gennaio 1949

possiamo dire la « liberazione psicologica » del popolo dal le idee e dalle abitudini del .sistema sociale esistente. Noi saremmo ben lieti di vincere in essa concrete vittorie (ad es., vorremmo che b resistenza alla coscri– irione in America divcnlassc così' efficace come in Canadà), ma ci accor– ginmo che probabilmente invece perderemo ciascuna delle nostre balla– glic. 11 crilerio principnle, quindi, non sta per noi nel <<successo» o ncll.1 (< sconfìtta » secondo le opiuioni di coloro c.he vogliono « risultati con– neli >) - ,ma sia nel verif,atrc se il coniportameut,o e l.'azio,1c 11ost.rct ,.,·11- do110 verso la rcnlizzaziorie cl'urici volo,11.à di Ubertà ne/. popolo, quella volontì1 senza la quale le lolle sociali e le insurrezioni restano cicche e prive di sidnificalo. Noi crediamo, in conseguenza di ciò, che il processo di sviluppare una volonlà di liberlÌl Ira gli uomini e donne coineidc con il processo di sviluppare e mantenere il nostro stesso senso di libc,tÌl e di imli, ichwlitìt ;111(:he nelle pili S('\erc condizioni. Azione diretta. 1) Econom;ca. Noi intendiamo che l'azione diretta dei la,•oralori - saldamente ilal>ilita nf'lla tradizione di tutti i mo\'imenti• radicali - è ancora un ,·a· lido campo di uzioue. L'oltcncre condizioni di lavoro piì1 umane per co– loro che debbono la,·orarc nelle officine e miniere e nei campi gi;"1 è uno sco1>0 sano in sè stesso. Ma è ancora pili import.ante che altravcrso l'azione e l'ussol'iazione sul lavoro si possono imparare lezioni di liclueia in sè, di solidarietà, di aiuto reciproco. Non è compilo del lavoratore anarchico rinforzare le orgaoizzazioni sindnc:ili o riformare quelle d1e csislono o ctcarne di nuove .poichè, date la psicologia dei b,,oratori <' la natura della presente socictìt di padroni e sd1iavi, il destino normale delle organizza. zioni operaie è la burocra.-;ia e il 'consel'valorismo. Il compito dell'anar• chico sia nell'influire e i11segnurc tra i suoi com1Mgni di la\'oro pili con la sua azione anarchie.i che con i suoi discorsi anarchil'i. :iiutarli a creare la fiducia in sè e la solidarietà. Noi non :u:.'t;ettiamo perciò i concelli anarco-sindacalisti della lolla di el:1ssc e dei sindacati ri,•oluzionnr.i come meccanismi principali della rivo– luzione. È logico c:he gli anarchici siano attil'i nei Sindacati, incorag· ~dandovi lo spirito militante e l'azione diretta. 'È anche naturale che quando le idee anarchiche diventano largamente diffuse, si generino organizza– zioni che applicano tali principi ai Sindacati. Tn situazioni concrete deter– Jninatc (the noi non ,·celiamo prodursi in America) tali nuovi sindacati possono anche avere un nolel'olc valore educati,,o. Ma non debbono mai essere dimenticate le loro se,·cre limitazioni nè i loro periC"oli pol.enzialì. 313

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