Volontà - anno III - n.4-5 - 15 novembre 1948
l'umanità col ,motore interno della propria ,•olonlà. È nrnncaht la volontà; m:tnca, purtroppo, ancora adesso. Troppo lo sforzo fisico, è mancato lo sforzo dei cervelli. Sforz_are il cervello è pienezza di forze, manc:1 questa pienez~a. Segno e\'iden1c gli sfoghi collettivi, esplosi in ingredienli ;1r1ifi– ciali, <1uali i comodi ineenti,•i sensoriali. Troppo l'a11iviti1 fisiologica si è abbinata all'attivo moto della macchina li corpo e la macch{oa camminano di pari passo; si cerca di \'arare l'Uomo• Macchina, si giunge a trarre gli auspici per fa nuova epopea. Si parla di Ut'– cuore -solo, ormai, di un'anima persino, nell'euforia si fonde la carne col ferro, l'istinto col progetto. Lo sfruttamento dell'individuo è stato inumano; la lieve pigrizia, che è poi raccoglimento e creazione, è stata troncata di netto. Si è presentata l'atroce alternativa: « O produzione o morte». Un bivio, nient'altro. li grido del malato cronico che ha constatato b sua ma– lattia! Quando non restano che due strade da scegliere è segno che non vi– è più capaciti1 crcath•a. I primi sintomi denotano il fallimento, l'assillo <1uotidiano è il primo vagito della stcrilitù intellettuale. ,Manca fa nitidezza del « problema 11, manca l;i visione thiara del domani. Non si scorgono ahre strade, non si tro,•a neppure il terreno per iniziarne delle nuove. Non csi~tc la strada macs1ra, non è mai esistita: queila clic comunemente ,jcnc dc– nomin:tta maestra ò <1uclla più larga, p!Ìt facile, più comoda mag:1ri. Ma vi sono infiniti sentieri ove gli uomini hanno transitato formandosi un modo di cam1niuarc deciso, cosciente, virile. Sono i sentieri della ricerca individu:llc, sono le scorciatoie burrascose ma che entrano nella selva della vita; fo strade maestre dei pionieri, i cam1>i aperti della disubbidienza um:111:i.Ai nostri giorni non sj conoscono più queste av.\'cnturosc esplorazioni; sono passate all'obJio. All':tudaeia non si. è saputo sostituire che l'arti·ficioso brivido o l'emozione ,•iolcnta dcl rischio fatto gioco. Si cerca di soddisfare l'cmoti\'itù della persona con metodi ten· denti a non sruggirc dall'influenza del complesso costituito. In parole po~ vere: « Fa <1ucllo che ,·uoi, ma sia attento a non infrangere i regolamenti, il modus-,•i\·endi prescritto». Ecco tutto <1ucllo che, tirando le somme possiamo dedurre. Apocalisse. No, e nemmeno motivo per un irrigidimento pessimistico. Occorre solo un vaglio, un vaglio spregiudicato di tutto <1ucllo che costi– tuisce lo ieri. L'ieri non è pili, c! ha lasciato però in eredità l'oggi e l'oggi è perturbamento, inquietudine, parossismo di una crisi morale, intellet– tuale, psico1ogicn. L'oggi è rovina dell'uomo, disordine anormale, nrn può essere anche crisi necessaria. e sollo molti aspetti lo è, cd iniziazione di un:. fase di rinnovamento dei valori umani. Vi sono le premesse e noi, cultori cd assertori dj lutto ciò che è essen– ziahnente umano, dobbi;uno ricerc:trle nei 1?candri d~I caos contempo- ranco. Sarà come ricercare noi stessi, sarù un ritrovars! fruttuoso, un rive– dersi nudi, spogli dagli abiti vecchi degli anni paSSati. B"isogna rintra(;ciare l'uomo nella -giostra delfa- civiltà, accostarsi a lui nei momenti in cui ,.i,ie 276
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