Volontà - anno III - n.4-5 - 15 novembre 1948

.congresso, di cui v.i faccio gra:tiu per– .chè non si allontiana dai soliti imbo· nimcnti staliniani, è ancora Zasla• vski la Cuna.glia che è stato chiamato per dare la sua benedizione. Ed è stato molto bene così. Le mie impressioni ritornando. Questo congresso di Breslavia ri– prende Ila tradizione di Amsterdam Pleyel. Si trattava, allora, cli mohi• litare gli intellettuali d.i sinistra di tutti i pacsj contro Hitler e la Ger– mania. I russi mellC\'allo avanli de– gli uomini come Barbusse, Romain Rolland ed anche Malraux. Oggi che gli uni sono morti e gl1 altri li hanno lasciati, sono costrcUi ad agire per proprio conto con i loro Fadafov Ehrembourg e Zaslavski la Canaglia. Allora avevano apparente· mente ragione. Dico apparentemen– te pcrchè rieJlo stesso t.cmpo prcpa.– ravano il patto gerr,wr10-ri,sso. Oggi, sotto il coperchio della 101.t~1 per Ila pace, preparano gli spil'iti alla guer. ra contro l'America. All'uscita del– l'ultima guerra .i popoli speravano cinquant'anni di pace. I dirigenti russi hanno ragionato diversamente. Invece di smobilitare, hanno fai.lo avanzare ile Joro !ruppe in tutte le direzioni, occupato cd anche annes– so dieci pi(.-coli Stati. Cosiccl1è fin dal 1945 il disaccordo fondamentale verso j grandi alleati era C\'idcnte. Gli Amcricuni, allora, sono passali <.!all'ingenua fiducia all'os1ilitI1. Era .naturale. Hanno risposto ai prepara– tivi di guerra della Russia con i lo• ro propri prcparat.ivi. La Russia prende, da quel momento, l'intero mondo come testimonio degli alt i americani. Ma l'intero mondo sa per– fettamente chi ha cominciato e chi è responsabile della tragica situazio· · ne presente. Tutti, eccettuati quelli che ,,ogliono ,lasciarsi ingannare. An– che se si chiamano Joliot - Curie o Wallon. Gli universitari che avevano ac– cettato di far parte dcl C~mitato di organizzazio1:ie della sezione fraJicc– sc non hanno, in•finc, osato andare a Breslavia. Per tiuanto ingenui siano, hanno finito per accorgersj che erano prct.i ìn giro. I Duhamcl e i Le Corbusier non .si sono scomodati neppure essi. La delegazione francese è staia U• nanime nel votare il manifesto che getta polvere negli occhi. Anch'io? Voi nor.i. lo pensale. Ero delegato senza esserlo. Ma i veri delegati - delegati da chi? - come non sarebbero stati unanimi? C'erano gli sta'liniani con– \'Ìnti, i simpatizzanti più accaniti dei primi, cd infine la collezione de– gli altri, gli ingenui e gli astuti, << co– loro ehe comprendono poi >>, come Benda, insetto per rosicchiare i li· bri, che non capirà qualchecosa che fra cent'anni: quando avrà finito di divorare A tibri av,,enire che par– leranno del soggetto. E non è nem– meno s.:curo! Un tipo che ho ritrovato laggiù ad un be!I poslo e inamidato, lo stesso segretario generale del Congresso, Giorgio Borecjza, mi ha detto: Dunque nc~sun fenomeno di parteg– giamento per un governo mondiale iu Francia? Nessun fedele d'Emcry Rè,,es? - Ncssm~o che io sappia. Ma che cosa haj contro dj essi? Sono d"ei bei tipi anche se pensano di costrui• re il tello prima di innalzare i muri. - Dei bei coglioni, si. E che ci 223

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