Volontà - anno III - n.4-5 - 15 novembre 1948

R,us,a). Visse a Parigi fino al crollo -della Francia. Nel giugno 1940, par· IÌ per la Russia. Ebreo, temeva cli e58Crc fucilato dai nazisti. Gli uomini ,del Krcmlino non l'ignoravano e fu trallato lnggiìa molto freddamente fino al giorno in cui Hitler invase il J>acsc. Ehrcmbourg diventò ailora iruprO\•visamcnle il pit1 celebre elci report.ers russi. E un brillante giornalista, ma per il auo 1>assa10 essi nou hanno di lui ,che una fiducia rela1h•a; non è ncp• pure membro del consiglio dem • nionc degli scrittori. Di <1ui il suo bisogno di fornire delle garanzie, il pili possibile . .Ma non è in <JUCSlo modo che 8Ì rinnoverà la cultura. Nè d1e si diventerà l'inteqnetc @in– cero del ,•ero popolo russo. Tra i delegati inglesi e americani, il discorso di Ehrembourg, dopo <Jucllo di Fadalev, doveva per forza sollevare tanta collera <1uanto stu– pore. L'americano Jolm Rogge, antico sostituto dcli' avvocato generale. :;i levò contro l'autoritarismo in tulle le sue forme, anche <Jucllc russe. Aggiunse: << Sono venuto qui per imparare clic coS{, si pot.cvcr /"re per preser– vare fo 1x1cc. Non. esiste al.currn pa– nacea per gll(1rirc i mali del momlo, m.a fo nwggior 1xme di essi. possono essere curali con. la com.prensione e la cooperazione. La soluzione per q– gni na:io11c dovrà essere co11/ormc al suo modo di c11hu.ra ». Dalla parte inglese, il sig. Taylor, professore di storia a Oxford. fu an· cor più categorico. Diede su questo congresso <l'intellettuali per la pace un giudizio che s'impone: , « Ques,o · con11.resso ,1011 aiuterà 222 ccrlumcnie al ruv1:ici11ume11todei po– poli. È un congresso in cui si è pre– dicato l'odio. un congr~sso per la S"''rru e 11011 JX!r la pace. Da parte mia. rifiuto di cammina– re sotto la baridiera clclfo <liso11esrà. Voglio vedere i popol.i, liberi da o– gni /ormc, d'oppressione. sc11:a poli- zic, segrcw ». · L'indomani. Zaslavski doveva ri– spondere a queste proteste america– ne cd inglesi. Cosa str:111a, eccettua· te le corrispondenze di Pierre Bcrvé ncll'//unumitC, nessuno dei giornali staliniani che hanuo scri110 diffusa– mente sul congresso, hanno parlato di 1lui. L'editorialista delb Pr<t1.,,.·da, è tul• t:l\'ia, stato all'-.iltczzn del suo com• pilo. Si sarebbero, dopo tutto, ac• corti che l'uomo ~•on \'alcva niente per l'esportazione? cl mondo ri• mangono <legl~ esiliati russi che non hanno dimcntieato Zasl:1,,ski. Quando Lenin rientrò in Russia ucl 1917 Zaslavs.ki l'accusò di essere un agente tedesco cd affermò di es– sere ;n possesso di <locùmcnti che pro,·avano che Lenin era stato in· viato in Russia dallo si.alo maggiore tedesco. I bolscc,•ichi sfidarono Za– sla\•Ski di pubblicare i suoi docu– menti, ma non li pubblicò mai. Le– nin lo srerzò a'l\ora, chiamandolo « Zasla\"sk.i la Canaglia », e la 6lam– pa sovietica non lo chiamò pili chç in quel modo negli nnni seguenti. Zaslavski ha cambiato, da allora, e Sta'lin ne ha fallo il rcduttorc prin– cipale della Pnu,-da. Ma, per rispondere a Jul ian Hux• iey, a Taylor, a Rogge, hanno ri, corso a Zaslavski lu Canaglia. Per il famoso manifesto uscito dal

RkJQdWJsaXNoZXIy