Volontà - anno III - n.2 - 15 agosto 1948

Anche gli altri rifonna:ori sociali del suo tempo accclla\;111O gran parte delle idee che egli espresse . .Ma quando egli giunse ad affermare che (< il miglior goL-cmo è <1uello che non GO.k-erna affatto e <11H111do [(li uomini -3ian preparati. per cs:-.'O, tale è le, specie ,Li. 1oucrno e/te c.ssi ali.rarrno », egli si stacca dai pensieri correnti cd entra nel campo d'un fuLuro idca11cche è anarchico. E non fonda jl suo peculiare orientamento !!u « teorie», ma sulla considerazione dei « fatti » accaduti, j quali gli mostrano chr ciò che è s1n10 cosiruito è opera clcJ popolo americano non giil del go\'crno. Con• elude P.erciò ehc il bisogno sociale in allo non sono i discorsi circa i'l « nes– sun governo», ma l'azione per un miglliore governo, il qunle può rea]iz– znrsi soltanto mediante la riformu dell'individuo. E comincia da sè questa riforma. Dice: « io penso che noi dobbiamo essere prima uomini, e poi s1!.dditi. Non è desiderabile di coltivure ver.so la Legie un rispetto comporabile con il rispe1to 11ttr il giusto ». Per ciò si oppone al potere dcJle maggioranze. « Un sovcrno in cui fa masgiorar1;a (Ouerni in os_ni.caso ao11 J!.UÒ CMen– bc,sato sulla giusti:ia d"I m-omclfto clic decide secondo Jr, co,wc11ien:a ciel mom..cnt.o e nori .1ccondo fo cosçicnw. >). Arriva a <lire: « il solo obblig.o cl,r io ho diritto·d; uss11merc è quello ,li fc,re in ogni momento ciò clic io ri– tengo giust.o 11, L'illuminala coscienza dell'individuo è per lui la luce che guidu la vita. Nello stesso orientamento egli continua, lrO\'ando che la Legge non è una guida valida per !"azione, poichè « la Le&ge QOn ha uwi fc,uo piii ,;,,_ sto 1111 uomo: nn:;i.. anche gli. uomini ben cli.sposti son condotti dal loro ri• S/JPtto drlltt Legge ud essere giorno per &_ionio a,emi ,/etl'ing}usti•ia ». E non solo la Lc,g:gcin sè genera ingiustizia, ma gli uomini che ad css:i ren– dono un rispetto non dO\•uto fa dh'entare s.imili a macchine. Uccide fo loro spontaneità e la loro coscienza. ~ l'argomcnlo stesso con cui gli An– tinomiani distrussero per sè 111 giurisdizione della legge. I rappresentanti della legge - i soldati, carcerieri. poliziotti, e con ess~ anche i politici. legislatori, ministri, tutti colot·o che per il proprjo ufficio 'forzano gli altri all"uhbidienza alla Legge, divenlano cssj stessi macchine. Sono .-onsiclcrati gH ami1·i della socieli1. Ma (( gli eroi. patrioti, mtrrtiri, riformatori in senso ampio, e gli uomini - non possono scn ire lo Stato se non l'On la loro coscienza. e in tal modo gli resistono nella ,ùaggior parte dei ca$i. e son tn,ttuti f'0m1meme11te come nemici sociali ». Thorcau appartiene così al piccolo gruppo cli intellcuuali del suo tem• po che portarono rJ loro individualismo ai suoi termini logici. Se lo Stato \'iola !'ugual diritto di ogni individuo alla sua propria vita, bisogna resi– steqdi. La scl1ia,,ili1, ad es., egli considerava in sè una violazione di questo diritto. Perciò « un uomo non può scn;;a disgra.ia associarJZisi ». Egli per-· sonalmente non può nemmeno per un isiante riconoscere come suo governo l'orgunizzazione politica che include anche la schiavitia. Tra i due atteggiamenti concreti che un indil'idu'o può assumere di rronte al governo, b rassegnazione o la critica attiva, quest'ultima gli pare infinitamente preferibile. Le masse degli uomini si rasseg11crnnno a] male, 85

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