Volontà - anno III - n.2 - 15 agosto 1948
punto di vista sistematico, per esempio, è il contenuto matcriali-tko di al- 1·uni passi, in contras:o con l'ideologismo cui resta informato il saggio. l\cppure iu Reclus è dato trovare una dc.finizionc precisa di ciò che egli intende significare con i termini E,,oluzione e Rivoluzione. Però dal senso del I capitolo e di numerosi altri passi si può capire che egli parla di evoluzione per indicare un processo gradua'le e in..ivvertito di trasformazioni, mentre designa con il nome di rivoluzione ogni sorta di trasformazioni brusche e notevoli. Pare anche che l'evoluzione venga intesa i·ome 1·onnessa con le trasformazioni che avvengono nel Campo delle idee mentre I.i rivoluzione rigu.irdercLhc ogni trasformazione rjlevabile 11t .. LJ mondo dei folli. E poichè generalmente per Reclus l'idea è anteriore al fatto, d; lui non si ritiene possibile la rivoluzione senza precedente evoluzione; onde I.i rivoluzione sarebbe il risultato cui porta la metamorfosi della cosci('nZa umana. In quest'ordine d"idec si trova quando .i più riprese affcrnia lu uc– i·cssitU della ri,·oJuzionc « coseicnte », su cui indugia per quasi lullo il ca➔ pitolo lll 1 e rifiuta energicamente cli credere alle possibililà costruttive della rivoluzione « istintiva u di folla. E da qui nasce il concetto della funzione «-ssenziale che egli assegna all"aristocrazia del pensiero. È naturale quindi ehe egli stimi la rivoluzione liberiaria matura solo per quel tempo in cui gli uomini ;1vrar:no acquistato nella generalità una cos1·icnz.1 libcrlaria. Ora, lulti consentono che il problema della rivoluzione è, in ultima analisi, problema di p€icologia sociale. Ma, in qual senso? Forse 11clsenso, 1·he la coscienza di massa senta un peso l'apparato istituziona!c in allo e intenda abbaucrlo per stabilire in sua vece una situazione politiea con~ forme alla rnutaln <·oncezionc dei rapporti sociali? Qui bisogna andar cauti. per cvi'arc del pari l'empirismo superficiale e le ncbulosit:1 melafoichc. Ogni indagine dei fatti sociali è dcstin.ita a spostare ma non risolvere i problemi inerenti, O\<! non proceda a spiegare il modo di formazione ddl,1 psicologia cli massa. Le correnti di pensiero materialis1.1 e idealisla, d1c da tempo aesolvono funzione predominante nella teoria, hanno tentato di risol– \C'rC in dh•erso modo il problema, assumendo come « dali )) l'una i fotti l'altra le idf'c. Ma così Facendo la pretesa sticnza sociale; condolla snll<' lrai:cc dei tluc sistemi filosofici e secondo i canoni dcli'<< esperienza a ro• \Cecio )), si risolve in uno studio di metafisica sociale. Concretamente nel proC'Csso socjale sono da considerare l'elemento de– terministieo e il volontarislico, poichè è \-ero ugua'lmente ch'esiste l"indi– viduo ed esiste ho « massa ». L'indi,•iduo sollanto può esSt'rc ri\'Oluzionario co!cieritc. quando indi– rizza i suoi atti ,crso obicllivi che egli stesso precisa, secondo come gli sug– ;{CriS<·ono esperienza e ragione. La mass.i resta influenzata dalla s!ruuuru sodale in alto e per C8Sa le idee cli ragione, anche se concepibili, lrnnno ,·ontcnuto vago e utopistico, perchè estranee alla Sua psicologia che si nutrr di reallù. Invece; per gli indi\'idui quelle stesse idee cli ragione formano il t·ontcnuto della loro psicologia, sono vissute appunto come una realtà cl1e per b sua certezza è come s1: \fCnisse trasposta al presente, dal futuro in cui dovri1 concretamente attuarsi. Questa distinzione tra « ragione » e « psiche » 7,
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