Volontà - anno III - n.2 - 15 agosto 1948

Ci domandano di accettare questo almeno per il nostro tempo, eOllll' una conseguenza necessaria delle premesse poste un tempo, per rcagirt: contro il « Jjberalismo borghese n. Si sn che il libcrnlismo - questo profanatore \'irulento delle « socio latrie » del v:ecchio regime - à fatto della terra una Jungla e dell'esistenza delle masse una schial'itù. Ha demoralizzato le élites secolari, custodi dei valori sacri, appoggiato a1lcgramentc sul trono e 'Sull'altare ha celebrato i "aturnaH dell'Oro come un sraeculus scnito da pontefici e da consoli. Fu senza pietà e senza legge, dando agli uomini la febbre del guadagno e dell'odio, distruggendo ogni antichità venerabile, saccheggiando la na– tura, spingendo greggi di fanciulli nei bagni industriali, greggi d'indigcni sulle strade ferrate e nelle miniere mortifere, greggi di gio,•ani soldati ai macei11i. E tullo questo molto spesso senz'altro pretesto, senz'altra consa– crazione, che dei so.fismi economici, dei paradossi biologici, de\ luoghi co muni di morale utilitaria. Tutto questo per giustificarsi, poi, cou la solita uscita: « Voi foreste altrettanto al mio posto! Ebbene, non fate compli– n:;i.cnt i, /ate come mc! » Sì, senza dubbio, il Liberalismo borghese aveva bisogno di una lezione, ma non di ipocrisia! .Sappiamo che oggi Je leggi di Minosse e di Licurgo 80110 ristabiJite e con esse Je yjrtù saccrdotaii e militari e l'eroismo dei grandì caratteri ed il disintcrcsac uni\'ersalc. Sì! la moralità è tale che nou ci sarà più fra poco un metro quadrato di superficie terrestre dove uu uomo sia libero di scegliere o compagnia o solitudine al riparo dell'infallibilitìi dei burocrati. Ma di già l'era liberale è rimpianta come un'età felice e ciaecuno esclama con Voltaire: « Oh! che bel tempo questo secolo di Fcr. ro! ». Aspettate, ci diranno. Noi siamo ancora in molti paesi, nel periodo di trausi2ione! Noi accumuliamo 1 per il momento, le imperfezioni dell'antico stato di cose con quelle del socialismo nascente. Noi non abbiamo più b libertà, ed abbiamo ancora l'isolnmento, lo smarrimento cd il disorclinc– dell'egoh-mo. L'infernale proprietà privata ci tiene schia,·i. (Molti tra di noi hanno ancora dei vestiti cil'ili fatti a loro misura, degli oggetti personali in un cassetto, degli strumenti di !avoro, una camera che si può chiudere a chiave, forse anche dei libri, una casetta, un pezzo di giardino ... ). Ma aspettate che la Terza Guerra mondiale sia passdla là sopra, che sia vinta dai Sovicts o che l'America, per vincere, abbia saputo ricorrere ai loro mezzi; atlcndett– sernpliccmentc che la gUcrra, con la sua propria logica compia quf'sta socia– lizzazione che ha così ben incomincialo nel 19}4.}8 e nel 1939-45.... e crede temi! rt solo quando noi anemo espiato a sufficienza i nostri peccati capi– taliHi che noi entreremo nel regno della vera fraternità. « Al1ora dalle profondità dell'universo conccntrazionado (perrhè la intera terra non sarù che un solo ed immenso campo di da,·oro forzato) si innalzerà, al di sopra dei gemiti e dei rantoli, il canto dell'umanità ritro• vala, della gioia ncll'unitìt, della soliclarictù perfetta. Tutto ciò d1c un tempo 72

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