Volontà - anno III - n.1 - 15 luglio 1948

loro disciplina. L'azione delfu polizia in fotto di stampa si ;.ollaud.i e si mette– a punto nella lotta t.:ontro le {(pubblicazioni oscene >): e nessuno avverle •·he è lasciato all'arbitrio polizfosco o ministeriale la definizione dcll'oscc– ni1à. Verrà il momento per le altre pubblicazioni, quando il popolo si sia abituato ai sequestri, quando si sia t·crt! che non s1rillerI1 nessUDo, all'in– fuori dei pochi isolati che non contano, come noi. l.Jn'altra «libertà» anch'ci;.sa molto cara ai nostri governanti è la ti. l>Ntà di lavoro. V'è nel gonfiore anemico della Costituzione anche qualcosa che accenna ad Wl indefinito « diritto al ltl\'oro »: ma come parlarne, poichè (dicono i detentori della ricchezza e bisogna r-rederli) non ci sono quattrini? e il 4t diritto tli sciopero»: ma chi mai fo contesta? AU-uso dei preti, Ja, reazione del Go\'crno Dc Gaspcri non i• frontafo: atta<·•·a per vie oblique, contornandosi di parole melliflue e di sorrisi. I licenziamenti degli operai nelle industrie passi,,izzatc dall'azione corrullrice del la\'oro per lo Stato sono in atto dappertutto: e son migliaia migliaia di t< persone umane :i, che \'unno ,·erso la fame fa prostituzione il furto la morte, e sarebbe cristiuno <H'<:Uparscne prima di autorizzare la loro espulsione dagli stabilimenti, Ma nu1la ha fallo De Casperi, altro che fumo: come le proposte dei Cantieri di rimboschimento, le proposte dei Buoni-Casa, tutti impiastri su gambe di legno, che non produrranno nulla. La realtà dcl4'azionc del Governo Dc G:.,spcri è quella della polizia che materialmeutc espelle gli operai dalle– fobbri('hc, che difende i crwniri, bombarda di lagrime e di bastonate chi. pro– tesla. Piena democrazia. Nessw10 osa guardare che fo tariffe sindacali deì salari son rispettate soltanto dove paga lo Stato, che nelle piccole officine sta di\'Clltnndo b rcgolu lavorare 9 ore invece di 8, e per un safario i::h<' giunge ad essere la mclii dj <1uello ufficiale. Nessw10 dice che la 13.ma mcnsi· liti! su cui conta i'I piano Fanlani non esiste che per pochi pti\'i)egiati. E. così \'ia. La miseria profonda in cui il nostro popolo è stato lasciato dal fa– scismo e dalla guerra nt mostraÙdo i suoi denti aguzzi, sulla c.trne nostra. Ed i ricchi la coltivano, questa miseria, anche se vanne a messa: contano su di essa pe1· « addomcsticure il popolo, più ancora cli quanto già ». Intanto assistiamo all'im•erosimile spettacolo di De Gasperi e c. chl' difendono la libert.à per i rirchi. di. 11011 pagare le tasse . .Anche <1uesto, ira gran parlare dell'ouesti, fiscale necessaria, tra grandi prediche cd ammoni– mcnlj ai« ceti ricchi»: ma in sostanza lasciando nel dimenlicaloio ln pro– ~ettata legge che prelevava una \'Olla lanto sui patrimoni grossi' con criterio differenziale, badando hene di non accennare nemmeno pili a cambi della moneta clic « impauriscano il Capitale». seguitando u spremere denaro ai poveri con mi sjstema di tasse che diretlamcnte o indirctlamentc E.i scarico tutto sui poveri, poichè i soli cespiti colpiti integralmente sono i salari e gli stipendi, e per le.rendile dei «signori» \'i, son sempre accomodamenti con gli amici degli amici che sanno gim1gcrc nl F'i:scoucgli ucccrlamenti, e le im– poste sui consumi son anch'esse ri\'crsatc tutte sui consumatori, cioè sul po– polo e sulla sua maggioranza di po,·cri. li eo,·erno De Gaspcri, cristiano .. ignoro i po,·eri: si arrangino (poichè sa che se Ja,·,·cro intendono " arran .... 6

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