Volontà - anno II - n.10-11 - 1 aprile 1948
li <.kputnlo "O<:iali--htchicdevn. <:iot': t.·hc <:,j ('01\;,Utoa ...... cro milioni per far l,worare qualche centinaio di minatori, moltis~imi dei quali potevano 10 rnarc ai campi . .l quaJi minatori avrebbero lavorato col pei:.antc pif't.•onc per consumare milioni tolti al Pantalone'. Bi::.ogna rHcvarc che le agitazioni dei minatori del bacino lignitifcro ,lei V,dclarno erano capitanate da organizzatori dcll'U. S. J. Il cac:.o--opra– t·itato è quindi doppiamente jutercssante, e richiede riflessione: perchè ci rithiama a<l un lato trao;.curato dagli anarchici operanti nelle unioni ;.iuda– ,·ali (il protezionismo), e perchè ci fa intr:ncderc quali problemi del genere ... i possano affacciare per noi iu un periodo rivoluzionario (tendenza di particolari cntegorie di operai a far ~opravvivt.'rf" industrie non rcclrlitizie dal lato clcll'economia nazionali"). Quale è st,1to l' aucggiamcnto degli anaH·hici im:orporati neJla Con• federazione Generale del Lavoro e ncH" Unione Sindacale Irnlitma di fronte al ~·ollabOrazionismo socialista-padronale? Quando i dirigenti della F.I.0.:\1. anteponevano l' inlcres.se di 30 mila operai impiegati nella siderurgia, vi– vente nll' ombra del protezionismo doganale e del SO\'\Cnzionamcnto slu– tnlf'. aW interesse di 270 mila operai occupati in industrie del ferro di ,-<'concfo e di terza lavorazione (metallurgiche e me<'e,wichc), le quali .1vrcbbcro tolto da guadagnare dall' .nere a propria disposizione la ma– teria prima a buon !ll('rcato, quale è slalo I' atteggiamento degli anar– diici organizzati nella F.I.0.M.? Mi pare d1c non ci sia staia da parte degli anarchici facenti parte delle organizzazioni operaie una chiaru idea della loro runzionc di educatori. 01lera di educazione classi<:.tao;.arebbc stata quella di ricordare che i miJioni dati alla protezione delle industrie paras– ~itarie venivano estorti nella massima parte alle altre moltitudini -Javora- 1rici t.1·11alia. Gli anarchici ,;.j <,0110 la-:cinti fuoniare dai socialisti, che per ragioni demagogiche rinunzi:nono a quella giu-:ta e bella intrnnsigcnzn dei tempi in cui l'cleuoralismo, jl mandarinismo e il collabornzionismo con la borghesia non erano ancora trionfanti: quando agli induslriali liguri che, litf'nziavano tr('mila operai e minacciavano di licenziarne entro un mese vcnlimiln se il governo non avesse rinunziato a diminuire i premi alla ma– l'ina mercantile, l'At:<mti! a11ora din·tlo dal riformista L(•onida Bis.:olati, ri1:-pondc,a: « Gli operai :=auno che j milio11i dati ,dia protezione dcll'indu»Lria na• \aie sono estorti nella ma~::ima parte alle altre moltitudini Ja\'oralrici di Italia; e perciò, ,.j rifiutano cli formulare il dc-:idci-io che continui uno -:tato di cose. in cui il pane degli operai di una r<'gionc sia pagato colla fame dei la\'oratori ciel rcslo d'l'tulia )> (« Ai;onti! )l 24 gennaio )901). A quali degenerazioni sia giunta la collaborazione opcraia-padroualc nei centri industriali lo dimostra il follo che clementi così detti rivoluzio– nari ino;.cenarono agitazioni pN ottenere dal governo lavoro per l'induqria di guerra. Così IH' scriw•\a il Sahcmini, su I'« Ur1ità )) ùell'll luglio J9]3: «: La Camera del Ln oro di Spezia: amministrata da sindacalisti, rcpub– l,licani e o;.ociaJi.;.tirivoluzio~ari, ha promosso uno ~t'iopero generale.
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