Volontà - anno II - n.10-11 - 1 aprile 1948
11 forte appoggio per un·azione pii, ,•a~;,1 di ~uattcrismo; nella fol'lnn di :j,endkazione cli finanziamenti verso lo Stato o le ,muninistrazioni comu– nali O le industrie o i detentori prirnti di ricchezze soci,1li, può diventare uu forlc :1ppoggio per un'azione cli iniziati\'a t.'Ooperntivistica. I.e , ic crazione direth1 esaminale. per quanto possano essere efficaei .,.uJpiano politico contingente, non conducono du sole ad una soluzione clefi– uitirn. Bisogna i-isalirc alle raclici del problema, scoprirne le cause ('"· .f'nziali e affrontarle con un'azione adeguata. La (.'asa non è solo muri, b casa è unchc :-pazio, luce, sole e amhienlf' f":-tcrno. E non è solo questo: è anche scuole, assistenza sanitaria, spazi "'rdi, campi da gioco per i bambini, allrezzalure per il riposo, lo s,·ago ,. la cultura - cioè servizj - attrezzature per il lavoro, per la produzione. 1Jer gli scambi - cioè mezzi cli vita economica. La casa, insomma, si c,.tende alla comuni1:t. Ed è sana, ~ uno strumento efficace per l'uomo, ~e ~i inserisce urmonicamentc nella tnama di una comunilà sana. Ln C'it1i1contemporanea non soltanto non è una comuniti1 sana, non (· nemmeno una comunità; è un agglomeralo fisico cli edifici e di peraonr .,,enza rapporti fra loro. Anche se una largu azione cli squalterismo o un forte incremento <li costruzioni portasse tulli gli uomini ad abitare eMr Eimili a quelle che oggi ubitauo i ricchi, il risultato wnano sarebbe anconi mi'-ero perchè la cittit della civilt:1 capitalistico è inefficiente e nella sua trama la casa non può essere sana. 11 male della casa coincide quindi col male della città. L'origine cli questo male è 1 !fin dallo sgretolamento della comunità rnc (lioe,ale, l'abdicazione del principio umano in f,n·ore del principio di au• torilÌl, della concretczzn decaduta ad astrazione in favore clell'astrazionr clcrnla a concretezza; Ja creazione di impenetrabili forme dj potere, la perdita per gli uomini dcll'a1ti1udi11c ad esprimere fanne cli \·ita associnta ed a rappresentarle in organismi adeguati. Il risultato, oggi, in un corpo sociale cle\itulizzato e corrotto, è la ci11ù inefficiente. Inefficiente dal punto di \'ista umano pcrchè riduce J'uomo ari una \'ila senza rapporti con i suoi simili, con la natura, con i processi prn– dutti\'i della collc1ti\ 1 itì1. ad una \'ila chiusa in un ermetico accerehiamen10 di asfalto e di pietre. Jnefficienlc dal punto cli , ista funzionale perchè la <'ittà, irnece di rappresenla1·c il centro attivo degli jn1ercssi dclfa regiom· dte la circonda è clivcnula un organismo parassitario che dalla regione a8- sorbe continuamente energia per nutrire la sua costosa struttura buro• cratica. Il peso economico di questo dia.agio funzionale è 1anto grave da co– E-lringcrc l'organizzazione sociale attuale a intraprendere, per salrnrsi, una ,a:,la azione cli pianificazione urbanistica. Il piano urbanistico, così concepito, come mezzo tecnico cli salvezza dell'attuale slrullura soci:ilc, può ridursj a un sollcrfugio per arginare b realtà della , ita che 1neme. cd è pcrieoloso. Ma conccpilo in modo diverso. 4i
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