Volontà - anno II - n.9 - 1 marzo 1948
,li-cor~i ,ol~C',ano <=cmprc agli antichi eroici giorni, alla cacciata di Jom·~ . .illa ~criLLura dei Sette Co1nandamcnti, alle grandi battaglie in cui gli 110· mini im•ao:.ori erano slali sconfini. NessunQ degli amichi sogni era st.110 ahbandonalo. La Ucpuhblica degli Animali, preconizzata dal Vecchio Mug.· ~iore, in cui j verdi campi d'Inghilterra non sarebbero calpestali da picdr muano, era 5cmpre b loro fodc. Sarebbe \lenuta w1 giorno: forse non cm imminente, foro:.enessuno degli animali ora vi"enti l'avrebbe vista, ma !:a• rehbe venula. Persino l'aria di o:: Anima1i d'Inghilterra>) era qua e l:1 scgri·• 1amenLC'cantala a bao:.sa \IOCC. Era un fatto che tutti gli aninrnli della fai. 1oria la cono~cc\'auo, benchè nessuno osasse cantarla pubblicamcutc. Pote, ;1 darsi che la loro ,,ita fosse dura e che non tulle le loro sperauze si sarei•· b1•rocompiute . .M.i :1vcvano coscienza di non essere come gli ahri ;u1imali. Se avevano lame, non crn per la tirannia dell'uomo; se .lavortn 1 rmo dura• nwntc, la,·ora\lano almeno per se si.essi. Non "i era fra loro creatura ,·lw andas"-c ,;;udue gambe. Nessun cso:.crcchiama"a un altro c;;.scre « padrone ,i. Tutti gli animali erano eguali. Un giorno, al principio dell'est.al.e. Clarinetto ordinò :dlc ,,ecore tli ~t'i.:uirlo ,, le condu"-~c all'altra cstrcmitù clcllu fattoria, iu un ;11npio tcr• r<'no ima,o da hc1ullP. Le pecore passarono tutta la giOrnata u brucare 1,· foj:,lic -,0110 la sor"cglianza cli Clarinetto. Questi <.ene tornò b sera alla ca!H1 rolonica.; ma poichè faceva caldo, disse alle pecore di rimanere dov'erano. Finì che c~<;erima~ero Ili un'intera settimana durante la quale nessuno lr , idc. ClarincUo si trallcncva con loro quasi tutto il giorno: sla\la in~r· guando loro. dice,a, una nuova canzone per cui era necessario l'isolamento. Dopo il ritiro delle pecore, in una clelizio5a serata, <1uando, -finito il . lu,oro, ~li animali sU1\lano rientrando a1le loro stalle, un terribile nitri1n di ea,allo risuonò nel corlilc. Stupiti, gli animali si arr~tarono. Era la voce cli Jlcl'ta. Essa nitrì ancora e tutti gli animali irruppero a !:::alopponella corte. ''idcro t!llora ciò che avC\'a visto Berta. Un maiale stava camminando sulle gambe poslcriori. ì, era Clarincuo. Un po' goffamente, come se non fosse abitualo ;1 portare in <1uclla po:::izione il suo considerevole peso, ma con perfetto equi• lihrio, passeggiava su e giì1 per il cortile. Poco dopo, dalla porta dellu •·.1~acolonica uscì una lunga schiera di nrniali: tutti camminavano sullt· !(a:nbe postcriol'i. Alcuni lo faccmno meglio di altri, <1ualeuno era ancoru un po· malfermo e sembrava ri<'hiedere il sostegno di un bastone, ma tutti h·i·cro con <;ucccsso il giro ciel cortile. Infine, fra un tremendo latrar cli •·ani e l'aho c;rnlnr del gallo nero, u5CÌ lo stesso Napoleon, macstosamcutf' ri110, gettando alteri sguardi all'ingiro, coi cani cllc gli ::altav::rno allorno. Stringeva fra le zampe una frusta. Scgu:i un silenzio mort.ule. Stupefatti, atterrili, stringendosi assieme. ~li animali guardavano la lunga fila dei maiali marciare lentamente attorno al cortile. Era come se il mondo si fosse capo"olto. Poi venne i1 momento in q1i, pnc:~ato il primo 5-tordimcnto, nonostante tutto - nonostanle il terrore
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