Volontà - anno II - n.6 - 1 dicembre1947

fo,,, rup"citii latenti. Yc risult('r('bbr 1111 mondo i111rrtu11r11tcdiucrso. 11,– luumu 1-ista la diffcren:a t.ra l'uomo delle caverne ,. l'uomo d'oggi. ,,os– ..wmo !Jroictwrfo fino' al. limite e/clic, 11ostrt1immagin11:.io11c. cd oricorti ri– marr('mo al di q1rn ddlt, 1:crità. ». L'osla('olo ;,.u qucsla 5lrada anl'h"cgli ,·cdc cs;;;c1n.ìahncntc nella mn11• ,·,wu di libertà. "/.,t, rclo:.iorrn rf"ciproca tre, la libertà cd il progresso (V/. /"rnditiduo puO mostrursi in molti <"<isi lii••• « Se il lavoratore C trattato comi• " 11 n operaio )I dul suo padrone, come un « uomo dclfo mass" » clul 110li1i– ,..,mtc. come « "" orgcmi.::.1110 • dal diri~cntc sind!1cale, "gli 11011 svilupperà mrti /e sue abiliti, fotcnti •· Bisogna mettersi su una strada divcr!:n. Bi<:o, ~na rominciart' (•ol « rrcdcre nelle r(lpacità dc./1'1101110 •· Bi;;o~na vincere ufo nostra mcmcan::u di fid11ciu in noi. sussi 11. Bisognn for si che ,e l'iudiJ..-iduo 11011 sia condotto " cedere le sue possibilità di. sviluppo a <Jt1«lc11no clre fl,li prnmcttr .rnlumto sicurc:w JI, Cioè. il compito che si prospettn al noslro mondt"I i- • rforr ,ul o,«mino ed " 11111i l"inccntfro c. l'oppor11111ità per il pro prio niluppo "· e « <111ancloqm!sto sia fatto, 11oi ci saremo approssimtJt1 ull"Utopitr molto 11i1ì,li qrwnto l'uomo nbbio moi osato di 1>enu,rc -.. Prin– ·ipio fondam"nlnle di questo wiluppo è « la libertii J..ell'individuo. /,i· h('rti, si;mifir" rcsporist1bilità. Significo opportunitii. Sigrii/ict1 ficrc::o di si• ,1rssi e ciel posto clic risiamo creati 11rl monclo. Ncs,,un uomo libero 110,nw~ rnriscntito di i11t('r/t>rirccon i diritti oltrui. Nessun uomo libero lw mai. co11· ,r111it.o scnur batt.crsi clic aliri intcr/crissrro ron i diritti suoi. Questo i, 1I primo pr"cf'tto /lt.r lo s1iluppo umano-.. 1."applicazionr di tali iclcr nel ('ttmpo del 1:n-oro d'officina appare, ad un europeo. tnnlo ,trana come ascoltart' tali idee da un padrone d'indu– ,tri:i. Vi("llc riconosciuto che « anche in una piccola orga(li:w:ionc i lt,. ,·orlJtori nel loro insieme conoscono d'ogni soggetto pi,i. di q11unto ne sappin il /'Hldron" ». E rhc <1 molti dirigenti insistono nonostante ciò nel voler do– minare il ltworo », solo pcrchè « li anno il por.ere di decidere se i loro su. hordinati mangcrc,nno o no». Ma il capo d'indu,;,tria che ha qunlità dTcl• ti,·,• per dirigere sa che • il suo la1,-oro è di. condurre, non di comandare; "'"' cosa molto cliffcrente. Così wrà aiutato. non già inct'ppato. da la1,..-.. rotori clie n" sappiano più di lui •· Da una impo<:1a7.ione di questa spccir na~re, dc''" nocc11.:ariamente na~erc. una « crisi 11cll'attrggiamento rcci– proro tra l'i11d11striolc e gli operai ». E la crisi. occorre pcrchè i/ 111101-0 ,;;orµ:n. Anche in questo puu10 le idee dell'industriale americano concor– rono per un huon trat10 con le ider dcll'anarchi.<:mo. ehe pone proprio rwlla prospclli"a cli una ncce~~ari:1 grande crisi sociale le ~ue certezze di ri.,oluzionc delle mohcplici deformazioni psicologiche d1e trattengono ,:::li uomini o nella ,;cn·itù o nel comando. Lo cris.i gcncru j miracoli nell'uo– mo. e • 'l/l''n<lo una crisi accade ud una persona. se f!SUJ riesce a so/lr. t-arsi fino al bisogno del momento, C1C<J11ista uno nr101,u sttJtura. clre rimarrò come una crescite, pumancnw •· E dalla crisi dei rap1>orti tra dirigente ,. l:worntori deri\'a info1ti \ll1 nuo,•o sistema di rapporti, in cui i lal'orntori rir.:f'ono a fare anchr dò cl1e• prima parna fossr impo._<:~ibilr.

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