Volontà - anno II - n.3 - 1 settembre 1947
1iderarc la guerra come un episodio di politica eslerna, mentre è prima di tatto un fallo di poliLica inlcrna, e il più alroce. Nou si tratta qui di con• 1idèrazi.oni sentimentali, nè di superstizioso rispetto per la vita uman~. si tratta di un rilievo clcmcntadssimo, e cioè che il massacro è la form:\ pill radicale dell'oppressione. I soldati non si espongono alla morte, 5.ono mandati al massacro. Come ogni apparato oppressivo, una volta costituito, resta foto a. che non sia spezzato, così ogni guerra imponendo un appa• rato avente missione di dirigere le manovre strategiche sulle moltitudini costrette a servir di masse di m::movra, deve essere considerata, anche dove sia condotta da rivoluzionari, come w1 fattore di reazione. In quanto alla portata esteriore di una La.leguerra, essa è determinata dai rapporti poli– tici stabiliti all'intemo; le armi manovrate da un apparato di Stato souano non pos5ouo portare la libertlt ad alcuno. Robespierre ave,•a compreso questo e la stessa guerra del 1792 da l'.Ui originò la nozione di guerra rivoluzionaria, lo ha confermato. A quel tcm· po la tecnica militare era ben lungi dall'a"erc acquistalo quel grado cli centralizzazione che ha ai nostri giorni; o'la, dopo Federico li, la subordi· nazione dei soldati focaricati di eseguire le operazioni al comando supremo incaricato di coordinarle era già molto molto rigida. Al tempo della Rivo– luzione, w1a guerra doveva trasformare la Francia, come dirà Barrère, in Wl campo militare immenso, e conferire per conseguenza all'apparato '-i.a• tale quel potere inappellabile che è proprio dell'autorità militare. ·È il calcolo che fecero nel 1792 la Corte e i Girondini; giacchè quella guerra, che una leggenda troppo facilmente accettata dai socialisti ha fatto appa· rirc come uno slancio spontauéo del popolo contemporaneamente insorto contro i suoi oppressori domestici e contro la minaccia dei tiranni stranieri. fu in realtà Wla provocazione della Corte e dell'alta borghesiu cospiranti di concerto contro la libcrl:Ì del popolo. In apparen7,a Corte e borghe-.ia si sbagliarono, perchè la guerra invcee di condurre a quell'unione sacra (wiion sacrée) che ne speravano, cs.,sperò tutti i contrasti, portò il re. e poi i Girondini alla ghigliottina e mise nelle mani della Montagna un po• tere dittatoriale. Ma ciò non toglie che il 20 aprile 1792, giorno della di· ehiarazionc di guerra, ogni speranza cli democrazia tramontò senza ri• torno; e il 2 Giugno fu troppo presto :::cguito dal 9 termidoro, le cui con,e• gueni:e dove,·ano a loro volta condurre al 18 brumaio. D'altronde, a che cosa sen·ì il potere che Robespierre e i suoi amici esercitarono avanti il 9,_termidoro? La loro ragion d'essere non era la conquista del potere, ma l mstaurazioue di una democrazia effettiva, democratica e sociale a un le~po; per una sanguinosa ironia della storia la guerra li costrinse a la– ~iare sulla carta la Costituzione del 1793, a crearsi un apparato centra· hzzato, ad esercitare un terrore sanguinoso che non poterono nemmeno l"i· 'Yolgore contro i ricchi, a sopprimere ogni libertà, e a far di sè stessi i precursori del dispotismo roilitare, burocratico e borghese di Napoleone. Se non altro rimasern sempre lucidi. L'antivigilia della iua morte, Saint•
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