Volontà - anno I - n.12 - 1 giugno 1947
i·iò d1e ha. avuto le pii1 funeHc t·onseguenzc fu il fallo d1c prele:-,ero di fare i generali, e di condurre militanucnle la lolla arrn;.1la del popolo (_·oniro il fo-.l"i:-,mo.11 primo tcncntino di t·omplcmcnto che arrivan, in quei giorni i11 L:pagn;.1 era consultato <.la loro $Ull'artc di fare la guerra, t:ome un ora· (_·olo. Così favorirono <la una parlc i piani dei ftbci~l i, che i11gran numero erano :-,oldati di mestiere, e dall'altra parte <Juclli degli i<lat.ol.atri di rnrio i·olore, che ;:.ognav;.tno un 1< eroico cserl'ito ro.::-o :-pagnolo )) a i<crvizio della «.!iplomazia impcria!i~t;.; ru"'"'Hsullo ~t:anliicre della politil',1 intnnazionnlc. Compagm av\eduti ;·1011ubhriacati dalb. parte di cc grande uomo (!i St:1to )) o di ,, gr.111clc generale » 1 imi,.tcva110 pcrchè assolulament<' !lOn -i pr-rmetles:-c lo stabilire <li un fronte di guerru rcgolure d1e <·i avrebbe in· 1·ammìnati ver~o il <lisa.:tro. A sostegno della loro sensatezz,1 citavano la re,·enti:--:im:1 epopea del 19 luglio, dove si era ,·isto ur~ popolo di.::armalo. ma libno nel proprio slancio rivoluzionario, fronteggiare e vincere un e– :-<·1Tito ben equipaggiato maneggiato da -,ol<.bti di profossionc che escgni• ,·ano un piano d'att.ici·o ben pl'CStabilito. lnv;;1no, ripetevano dic la lotla arnrnta del popolo ~pagnolo non era guerra di esercito, ma azione di po• polo t·ontro i ,,,uoi SC('olari nemil·i. Dicevano, invano: l\fakno l1a dato 1111 C$cmpio che bi;;ogn.1 seguire: con qualche compagno .::i è ~ollevato in U– naina cd ha organizzata lu sua terribile guerriglia: egli inscgrrn il metodo di lolla rivoluzionario, il &olo efficace per vinl'cre le grandi formazioni mi· litari. Con giustezza mettev.1no in ;!Ual'di;.1 i militanti, mostrando t·lic a<Tettarc la via di una guerra regolare -.ignificava tradire lo spirito della ,1zio11e popolare cd avviar~i verso la 1:ontrorivoluzionc. Pen·hè accettata ride.i della guerra regolare, diventa\'a perentorio crC<ll'e un. e~cn·ito ceu– tralizz;.tlo. Un escn·ito regolare neces~itava a ~ua volta di appoggiar,,i su uno Stato maggiore che ordina~,,,e lutto, di uno Stato efficiente. Un in::-icmc ne- 1·c.:sariumcnte sd1ia, izzatore nei metodi e quindi nei fini, mentre un po· polo che ~i ribella vuol sempre libcrar.-:.i e lihernre. Bisognava quindi ,·111• i ]50.000 miliziani volontari, dispo~ti a battersi, cd a morire, sin d;,1i primi giorni :-,'infilln.1sscro in formazioni di guerrieri nel territorio ,·hc re:-,tarn nelle mani delle forze (rarwhiste, non anl'o•·« organizzale, per <:<:onvolgcrc. t.·on una azione :-,ubit..:nea ii loro pr0t·e~.so di riallacciamenLo. Bisogna\'a sopratutto for 1u·c.-:.to e profittare della confosione gettata nel l"ampo fas,•i,-la dalle ina.::pctlate vitlorie popolari in Catalogna, nel Levante, nel Centro. nell'Andalusia, in qua.:i tre qu;.trli inwmma della penisola. E Zaragoza .1ppariva il primo naturale obbietti, 1 0 1 poichè, ~ct·ondo il rapporto di 1·ompugni evasi o infillrati-.i di propria iniziativa in quella cittù aragonc.-:.c, la difesa fascista era l'Cramcnte precaria e poehc centinaia di ,·ompa~ni ri .:oluti anehhero poluto gettarvi lo s1·ompiglio. Volere as;;oJutamcnte ingaggiare il neruito 1·011allal'.T0 front,1lc. eOIIH <.kci:-ero i 11 dirigenti )) 7 fu l'altro errore capitale che ebbe func~te 1·011-.e. guc-nze, i·ome tutti sanno ora. Si cm fatto il primo p:·1s:-ovcr.-:.o l'c:-en·ilo regolare e vcr-.o la ro,·ina della riYoluzionc. Eppure l'e:-perienza del pas· 11
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