Volontà - anno I - n.11 - 1 maggio 1947
oltre >i la zona del cadagno, l:.a quale, -.e non Lara nelle Alpi, è alti3~ima ncll".Appcnnino meridionale. Quesla legge permise il disbo!-Chimt"nlo irra· zion:1le, fonte di ro,·ina per le culture sui fianchi e ai piedi dell'Appenaiuo. TI ma'-simo pericolo è che la ~lurocrazia si impadroni'-Ca dclb terra col prcle!-tO di d:11:la ai <'ontadini o di c:ocializzarb. Altro peric~lo: una legge •i~raria unica. Bisogna diffondere l'idea t·hc le condizioni d']1alia sono co~i diver:::e da regione a regione, dn comune a •·omunc, d~1 -.czione a sezione dello ste.:so comune, che nessun miniSll'O gf'nialc e <'OnlJlClcntissimo, nes.:.u11 P:irlamcnlo cli tecnici 1•ot1·ebbcr? d~ire un a:-selto razionale all'agricoltura. Principii foncfamentali: 1° comLattcre ogni progetto che abbia per con– dizione di realizzarsi la coazione a mezzo di decreLi, gend:irmi, e un'armata di burocrati; 2° facilitazione ciel trapasso della proprietà fondiaria ai colti– vutori ,ingoli o :1ssociati cou l'occup.tzionc delle terre. la formazione di con• .;;ig:lidi contadini, l'inlcsa con le organizzazioni e i comuni del Ccnlro e eh-I Sorci; 3° fiducia nella fol'za cli concorrenza dell'economia associat;1 e 'OCÌa· li.:la t·on quella individuale e imlividualista, e organizzazione autonoma co· munalc, per gli affari ciel comune, 1Hovincialc pct· quelli della provincia, regionale per quelli della regione; 4° ne.:.suna ingerenza degli organi cen. trnli, d1e debbono essere soltanto organi cli còllcgnmento, di con.:.ultnzionc, c:011 poLcrc puramente esecutivo. Jn seno al mo\'imento sindacale, noi dovremmo combnllerc: 1° l'idea cli una egemonia operaia ;;,.ullc mao;;.:.econtadine; 2° il protczioni"rno side– rurgico, oggi voluto dai feudatari del ferro e domani forse voluto dalle « élitcs » operaie di Milano, di Torino, di Terni; e dovremmo ~ostcne.-c: ] 0 abolizione delle industrie non redditizie, dal lato dell'economia nazio– nale; 2° incremento dell'emigrazione operaia e nco·m:.tlLusianismo rurale; 3° nq,prcscntanza tecnica-<:.ocialc e non politica nei comigli comun:.li e sindat.·ali. 5°. -l socialisti ma,.,,imalisti in.;;i-,tono nelln fon11ula: (( Ln ll'rrn ai con– tadini!>, E' unn formula suggestiva, e noi l'acceuiamo, nel sc11<.:o che ne ri· ~ono~(·i:nno b forza incitatrice e nel ~enso che siamo per lti dirclla prc:-a di po'-.;;c<:."o dei beni, :-cnza intralci di govcrnamentale comuni-.mci che « dia la lcrra » o cli socialismo di Stato legali1nrio e temporeggiatore che « prepari:» la prc;;n di possesso della terra eia parte elci nullatcucnti. Ma non po,;;.,iamo 11011 l'Cdernc i lati negativi: dal lato clell"indi"idualismo clic ~i sprigioua e ~i tri"tallizza nell'individuale posses<.:o e dal lato dell'economia. Quc;;L'ul– timo a-.pcuo è il pili preoccupante. La soluzione del problema tiella terra -consiste essenzialmente nelln migliore Ol'ganizzazionc produUiva. Il Mezzo– giorno è naturalmente povero, 1>cr la natura del terreno, per difetto cli pio• ·vo<:.ità, per l'uzionc elci venti essiccanti, per le caraueristid1c negative della lm.-c solare (grande· intcnsitì1 e poche ore di luce), per il precipitare delle stuzioni~ ccc. Il problema agricolo è problema cli capacità tecniche, cli di- 19
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