Volontà - anno I - n.8-9 - 1 marzo 1947
<1cico1\lr.1ri di formazione; anlil'ipando la Fisica odierna, indo\'inò il prin• ,·ipio delltl medesima nell'essere reale (della forza e della mat.eria); anli· l'ipaudo la Cosmologia odierna, affermò il principio della infiniti, dei mondi costiltttid delruniverso sidereo; e così ,·ia. A ragione Bruno pensava Co– pernico ben piìt in alto che Colombo e a ragione possiamo porre "Bruno ;1ccanlo a Spinoza. La sua mc1aifisica non è un'arcl1ilt°ltura bensì un poi!osente fiume. La ,sua etica è dinamica e spaziosa quanlo la sua religiosità. L, sua sociologia non è irrigidita in schemi utopii-liei cd è aperta sulle piì1 luminose aurore. Nella filosofia <li Brw10 passano gli squilli di tulle le proteste inno· Yatrici, balenano i lampi di innumerevoli negazioni, scintillano le pri,·e faville dei maggiori incendi S()('iali. ]lcn lo ,,idc, la Chiesa. Nel giugno ]899, Leone XIII confermava pienamente la condanna di Bruno ed al fa– .:cismo trionfante il clericalismo italiano rid1icde,•a l'abolizione di qhella specie di culto laico C' razionalista del quale era stata oggetto in Italia. nei partiti e nei movimenti di avanguardia, la figura del martire. Bruno ha lasciato ai posteri un insegnamento profondamente lihcrl:1· Tio, che un filo!-ofo repubblicano, Giovanni Bovio, ra<'chiudcva in (Juc1:.tc varolc: << Lll 1.01/.ercmza di wtt.e le dottrine!, di tut.ti i cult.i e culto mwsimo lo giustizia; in luogo e/ella. contemplazione il lavoro, dellt, credulità l'<':m· mc. dell'obbedienza la discussione e l'opera)>. Un tale insegnamento, nell'Italia dell'Impero Mussolini~mo, non può che essere soffocato, come lo ~arcbhe in lspagna !ò;edovesse trionfare l'In• <tuisizione elcrico·militurista. In questo momento* in cui !~Italia, strappando le migliori pagine della propria storia, rinnegando le sue j1ii1 generose tra• dizioni, soffocando le ~uc migliori qualiti1 intellettuali e morali è a 1fiauco della Germania hitleriana nell'aiutare la Spagna medioevale eonlro quella moderna e progressista, mi è dolce l'aver ricordato su di una rivista spa· .gnola un italiano che fu un sommo maestro di pensiero e di vita, un apo· -5tolo cd un martire della libertà progressiva. Quell'Uomo così parlò agli uomini del proprio tem1>0 cd ai venturi: .(( Abbiate fede. in 1111 nvvenire meno triste per le generazioni future. Vo– lere di birri e cli preti non varranno acl arrestare il Progresso, e/te è /onte <li b<"nessere comune )). È una parola di fede, che, oggi, risuona come nna parola di conforlo ,e di incitamento, e che domani apparirà come un sicuro vatit·inio. c. BERNERI Barcelona, febbraio 1937. 51
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