Volontà - anno I - n.8-9 - 1 marzo 1947
Sc.·ola~lit:.i ,olgare ~i oppot1c\i1 la nco•St:ola~tica <lei filo~ofi t::.,ttolit:i e all"una t: all":,llra ~i oppoHC\'ano t·o1-rc11ti filo~ofidic tc11dc11ti a di~oci.ire I;, fede e la ragione. Se .An,clmo (Li\o~tn rimanevi, nel campo dell:.t mi~til':.1 e del-· 1·au1ori1ù qu:.1ndo 1•roda111a,a cli non volere t·hiedcrc di c1capire per· t·rcdcre»1 ma di 1:1·cdcre al fine di t·apirc. S1·010 Erigena fa pr0t:cdcrc l':.rntoriti, dati.i ragione. Con Guglielmo d"Oct:.un la St:olasli<·a si affcnna n.1zionalis1a. l.a filosofia, ~pe:tzate le I avole della teologia autoritaria, 5j ·,H',·ia"a, per le , ie .ampie e lumino~c del naturalismo, a diventare pcsiti,·ista. 11 Senza espc· ricuza )> proclam;1\'a Ruggero Ha«·onc <tniente ~i può suffit.:icntementc :-a· pere )1. E Pomponazzi ~orgc,·a a proclanrnre il dissidio lr;:1 vcritù di fede e veritìi di rng:ione. ·Bruno polarizzò t: potenziò il fermento innovatore ciel ~uo tempo, ma 111 lui, mct:t"fì~ico e.on temperamento di apo~tolo e spirit(I t!i poet:1, i.il< ' fermento do\'eva t:ondudo .ad e~scre piìt cli frequente pros~imo a Girolamo Cardano •·he ;1 Tclcsiu e al Po111ponazzi. Ma ilOI! mi è possibile addcntr.irmi in un c~arnc ciel sistema bruniano, sul quale e~istc una sempre pili va-.ta lelt.cratun.1 e vengo, quindi, a narral'c rapidamcnt<: la \'il.a del mnrlirc. Giord,1110 Bruno na(quc il 2l marzo 15-lS iu .:\ola, ciuà della C:.1111· pania. Jliccn,ti dal padre ~uo i primi rudimeuti del s.ipere 1 si recò a ,N;,1pu!i dove. all"c1ì1 di quindici ,umi, profossò voti monastici, entrando nell'online <lei Domcnit·ani. Qui,·i, in mezzo ugli studi ~u Plutone, su Arislolclc, ~ugli ~t·ola5-lici e ~u altri a...itori, germogliarono ncll., sua menl•~ i primi duh!,i. Caduto in so~petto pet alcuni clubbii sull'immacolata contezionc, ~ull;,1di– , ini1;, delro.;tia con-.il<'ratn e ~ul culto dei santi, eme clic chiamò <tver:1 ido– la I ria )), fuggi cl:t ~'fapoli. l'a~llo a Roma, do,·e sperava di esser l..t::,ci:llo i11 pace, venne denunziato al Sani "Uffizio e, minatTi~110 di pr0t:CS::,o, fu 1·0• :-lrclto a salvarsi fuggendo nella Svizzera. A,c,'a allora trent'anni. Da allora <·omiuciano le sue t·ontinuc peregrinazioni clic dovevano durare ben sedici anni. ~cl 1850 Bruno è u Ginena, alle prese coi (< Calvinisti ortodossi>) i11· toller:.111li, a suo dire, pili degli stessi i:attolid. Da Ginevr.t Bruno pas~a a Tolo~u (Francia), do\'e fu lettore di filosofia ordiu.iria in quello studio. Quindi si reca .i Parigi, do"c jnsegnò alla Sorbona, lenendovi delle lezioui ~ull".1rte della memoria. Un nobile lo J)roLegge e lo presenta al re .Enrico }Jl. 111 Parigi Bruno pubblica alcune delle sue opc1·e più notevoli, come la com· media Il Co11deloio, e si accapiglia ,·on gli aristoteli(·i. Costretto a camhi;tr ~ede, va .:t Londra, dove pubblica le sue opere maggibri, poi ad Oxforcl. Due nobili, suoi amici, lo proteggono duranlc la sua permanenza in Jngliil· !erra. Gli inglc~i cl".dlora si facevano un dovere di sapere l'italiano e Bruno J)UÒ 1>uhblicarc in italiano pnrel'cl1ic sue opere e leggerne altre in pubblico. La regin.1 Elisabetta lo Iiene ju gran favore e Brw10 può, innanzi ad una .a--~cmblc;.1di principi, ambasciatori. nobili e sapier,ti <li tutte le nazil1ni, di~putare e dit'enderc altamente il sistema Copcrnic,rno, ampliandolo nelle ~uc piì, \'it:ali consegucuzc. Ed c1·<:oil periodo Jccon<lissimo di <JUCSla gra:ll!f• , ila. L"opera 1< De f<t Ccws", l'ri11cipio et 11110 )) 1 ove s:i comengono le linf'c princip:.di della sw1 filo::,ofia; t< L,~ Ceno df'llc Ceneri)) e « Dc l'lri{i11ito V· 47
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