Volontà - anno I - n.6 - 1 dicembre 1946

colse Jc risa e gli scherni della Camerp. e fu bersaglio dei giornali umori~ stici. A tioslenere :una nuova invenzione si troverà pili facilmente un Verne~ un 'l'elli;, un Kipling che uno scienziato, specie se accademico. Se il parfamentare com.une è facilmente influenzato dall'opinione della stampa, del governo~ della gente d'aff~e (in que~t'uhimo caso J'in,fluenz.a può essere ... panamista) il deputato wienziato è racihnente traviato dalle tradizioni, dai preconce.lli cli scuola, dal proprio sistema. E se non lo è, come fHIÒ influire sulla Camera di i11compclenti? E potr:t la verità nuda trionfare sulla lendcnzio.sitù togata, Ja paroln ricca di latti ma scarna .sulla parola retorica m<1 ~1bile e colorita? [ competenti, se sono tali, sono degli spedalizzali. E lo specializzato è un uomo che è l.almente addentro in un ramo del sapere (dai cocci ctm• schi alle onde brevi, dai pidocchi dei ghiacciai alle macchie solari) o in nn ramo della tecnica (dalla conservazione delle pellicce al restauro dei templi greci, dalla fabbricazione dei denti .artificìaJi a quella dei ponti mobili) che si può rivolgere, con la probabilità di trovare almeno venti opinioni diverse e conlraric- all;.1aua, soltanto ad altri specializzati. La Camera, se è Camera, è un ambiente di discussione. li parlamento tf'..cuicosarebbe, su per giì1, una specie di congresso nazionale. Chi è stato iu un congresso :,a che se ne esce, dopo una seduta,,,.con Ja test.a scombussolata pili che se si fosse stati. tre ore vicino ad un Jazz..hand o sulle Montagne russe. Si•comincia a capirne qualche cosa quando si ò tornati a casa, ci si è ben riposati e :,i possono leggere i resoconti stenografici. .E sì che, ai con– gressi, sono tutli della stessa <.'<>ngrega:fisici, chimici, aniropologi, lreniatri, filosofi. ecc. Ciò nonostante, chi è presidente, chi ha relazioni da esporre e chi può dormire con dignità rimane, ma glj altri si sparpagliano nei caffè, nei musei e in case che, trattandosi cli persone serie, ci guarderemo dal de– finire. E allora? E allora, non rifriggere nel vecchio oJio formule nuove, bensì dislt'uggerc dalle radici e creare con spirito 110, 1 0. Parlamento'? No. Vi è eco, verfinO nella parola, cli teatrali <}jatribe, cli tornei demagogici. e un centro unificatore è necessario, se .ad esso devono confluire per guardare panornmicamcnle, per costruire più vastamente, per coordinare a ritmo na• zion.:dc Jc locali auivi1it cd i locali interessi, i rapprcscnt.au1i (li categorie produttrici e tecn,iche, di branche (lell'industria e dell'agricoltura, sarà, c1ucl centro, vitale e potenz.iatore ~e alla base, là ove il la\•oro forve, una rele di consigli tecnici, di assemblee popolari, di 1.1fficL di s1atistica, di distribu– zone e di igiene, ecc. avrà risolto e -andrà risolvendo i problemi vitaH del– l'cco11omi.1. della Jibertà e della gi-ustizia. Fino a quando la rivoluzione sociale non sarit compiuta, il Parlamento tcùnico, corporativo aJla foscistu o alla socialden1ocralica o ali.a bolscevica, sarìt uu bligno di inutili \'CSJ)ce non un .alveare d.i api. CAMJLLO ·B1mNE:K1 29

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