Volontà - anno I - n.5 - 1 novembre 1946

noi per primi a non valerci del pugno e de1Ja pistola nelle competizioni po– litiche, per !JUanto dipende d.a noi. Ma in queste competizioni ci troviamo di fronte, oltre i tanti avversari di buona fede -con i quali è possibile anche nelle vili aspre condizio11i una, leale discussione, altri che son macchiavel· lici, che e:on gesuitici, che son Ieroci. Sappiamo per esperienza che il ru– gionamento ri1onvale per costoro, che sono al fondo - anche se colti, anche @epietosi - tielle bestie da preda, che mostrano le zanne appena sentano in gioco il Joro predominio. Ed abbiamo pJ"Ovato che 1ale gente non esit.a uell.a scelta dei rnezzi: e non solo usa contro di noi il pugno e la pistola ma anche 1a prigione ed ii patibolo, la calunnia ed il disonore. Ammettiamo d1e ~H<'hc contro di essi si dc,•e combattere, finchè è possibile, con l'arma delle idee, agitando contro di lorn la mohi1udjnc deHa brav.a ,gente, di qua– Junque orientamento politico essa sia. Ma riconosciamo anche, appunto perchè operiamo in sede di lotta politica, che maturano J1ella ,sloria situa– zioni senza uscila, iu cui chi si fa belva contt·o di noi deve essere curato con la sua slcssa medicina, con ]a violenza. Non già per farci .anche noi giudici o giustizieri: anzi, cedendo senza odio, cedendo con dolore,. alla (_lura nccessil~t che altri introducono nella azione politica, e uoi non_ pos– siamo evit.arla a meno che ci riliriau10 da tale azione, facendoci lolstoiani .assorli 111cllameditazione e Jtella 1neghiera. ' Quindi contro 1a violenza, che è stupida ~ non costruisce nulla, e 1>cr 1a libertà di lu_lli, che si realizza soltanto -con gli apporli imohcplici e posi- 1ivi deUa collaborazione pacifica di tutti all'opera in direzioni .autonome e contraslanti. Ma sempre pronti a reagire con la forza, intelligenteme11tc 11sata, ogni vo)ta che su di noi pesi una oppressione ahrui, o pesi sul nos'tro prossimo, e nessuna altra vi.a sia aperta per liberarcene. E sempre attenti ad cv"itarc che la violen~a diventi un abito Ira ,noi, che i veleni sociali ne– cessariamente connessi con l'uso della forza jntossichino anche noi, portan– <loci all'assurdo di comhattcre per 1a libertà con metodi ed animo antili– bcrt..ari. «Rivoluzione>> è un sov\'ertimcnto violento dei rapporti sociali in allo, per cui o il Po1c1·e di opprimere la moltitudine passa da un gruppo ad un .alt1·0 - che è la Rivoluzione cosidetta politica - oppure la moltitudine riesce liOll solo a conquis.t.at ·e m.a anche .a conservare intatta la sua Jibertà, senza crearsi <Jrno,,icapi e padroni in Juogo degli esistenti - ed è allora (quando sarà, alfiue?) ciò the si dice Rivoluzione sociale. L' esperienza storica insegn.:t che le 1·ivoluzioni non sorgòno mai per un im]>ulso istantaheo, nè per azioue di gruppi jsolati. I babcufisti, ancor oggi vivi in vari settori della 1otla politica, rnno m~I lnoto ri,•oluzio– nario mtlla più che mosche cocchiere. Accat1e che i r-apporli sociali in atto sono foute di un disagio via via crescente. Cominciano i più intelligenti a 6

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