Volontà - anno I - n.5 - 1 novembre 1946

lui, si con1raddico1-10. E beaii quelli .che come Eliseo Rcclus o Kropotkine superarono naturalmente lo scoglio. Egli nou può. lo non sono un genio - ripele - se fossi 1m genio, sareh– l>c facile. At1mato di volontà egli incomincia a <listruggersi: le sudate carte, gli studi di 1mesi e di ,anni so– no gcltati nel fuoco purificatore. Ma lu passione risorge: è ardenJe e te– nace come un peccato. Guardate Je date. La sfrondatura lo fa soffrire, -chè il 1aglio è 11ella carne vi, 1 a. « La maturità non è in me che coscienza .Jei limiti delle mie forze )), confes@a. E la conoscenza Jimpida cli quei li– mitj egli persegue. E la famiglia? Gil, sappinmo com'egli ami. Quest'nmorc lo fa, in ,:erti momenti, duhitoso. ,Com'è umiliante il pessimismo <licer– ti genitori, di certe mogli: ((Non vedi? Gli altri non fanno niente. Per– chè devi sempre essere tu a sacrificar– ti?>) Per fori una, ]a moglie è per lui 1a pii1 stretta compagna. E tuttavia il problema ritorna. Riprenclete la lellera <lalla prigione di Forest: (< Se tu •mi dici: è per me, ciò non mi di- . spiace; ma se tu mi parli di mc, dcli.i mia vii.a, <lei bene ... tutto c1ue. sto domanda tutta Ja ,mia vita e può darsi che la morte sia alle mie ,spalle)). << Il bene che io potrei fnrc. le mie sodclisfozioni ccc... , è il muro ricoperto di belle pitture, è il cancel. lo dorato che circonda il giardino -del riposo ». La soluzione verrà, dolorosa, come Iuli e le soluzioni difficili: « nella vi– ta sociale gli affetti comuni hanno ragione di essere quanto gli ~tffclti sublimi; ma chi1,111que si ponga il problemn della propria sm,tità (oh ,16 facile iropia di fronte a questa p rola!) o del proprio eroismo non p che stabilire una gerarchia dei suo affetti, gerarchia .assiologica ... Il do– n1ani penserà e amcri, tanto più e meglio avremo pen~alo ed amalo noi>). Si che egli g-iung<: allu maturità pronto per J"immolazione. Qualcofa l'avverte, da tempo. ·n pensiero della morie rilorna e sovrasta. Da pii1 di dieci aoni egli è iJl esilio. Dieci armi di sacrificio completo. Espulso o re• spinto dalla Francia, dal Belgio, dal Lussemburgo, dall'Olanda, dalla Ger• mania, dalla Svizzera, egli corre da un paese all'altro, egli percorre tulle le slradc d'Europa in cel·ca non di un canluccio di ripoito, ma di un ta– ,·olino e di una penna cl1e gli per– mettano di fì~are le 1>ropric espe– l'ienzc per arricchirne gli ahri. Il suo s1ile diventa spoglio secco e imme· diato. Un cane è un cane. Ha lrop• pe cose da dire, ora, per compiacersi di ghirigori e cli abbellimenti. Del resto J'abbiarno visto, egli ha ucciso lo scrittore Be.meri. Ogni rigo è un gri– do che avvia. Anche c1ui par che egli voglia camminare sulle orme ciel !\fa. zareno. Da una prigione all'altra egli trascina il suo corpo gramo e la sua anima sempre piìi chiara. Ai !orli, la prigione è una cella cli raccogli• mento. Egli incomincia a pensare al suo messaggio, a Cp1ell'Esi/io che ]o tor• menta come un germe nel grembo d'una ~lonna. Ne parla agli amici. Ne abbozza {fualchc pagina. Le pocl1ii;;si• mc cose cl1e ne rimangono lesti.mo -

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